Mercoledì sera Max Menetti, il tecnico della De’Longhi Treviso attualmente chiuso nella sua casa di Reggio Emilia, si è dedicato sui social a una lunga chiacchierata con i tifosi.
Salute first. Stiamo tutti bene, sia io che la mia famiglia. A Treviso sono rimasti a difendere il “fortino” un siciliano (Imbrò, ndr) e un capoverdiano (Almeida, ndr). Detto questo stanno tutti bene e iniziamo a sentire la mancanza di Treviso e della sua gente.
Sarà comunque emergenza. La situazione è critica. Detto ciò è chiaro che la voglia di ricominciare è tantissima da parte di tutti. Lo sport può essere un segnale di un primo ritorno alla normalità. Ma ora è giusto stare in attesa e prepararsi ai sacrifici che interesseranno tutti. Se si ripartirà, comunque sarà un campionato di emergenza.
Sacrifici per tutti. È evidente che il tema è da proiettare su scala globale, perché la situazione è difficile ovunque. Società, giocatori, pubblico. Non solo sotto l’aspetto economico, ma credo che avremo dei problemi sotto l’aspetto dell’entusiasmo visti idrammi che tante famiglie portano nel cuore. Ma io ho una convinzione: che a Treviso si sia costruito su basi solide e il gruppo riuscirà a far bene anche nella prossima stagione al di là delle risorse.
Futuro incerto. Penso che qualche club possa fare delle grandi ripartenze, mentre per altri temo che avremo delle brutte inchiodate.