Dopo, tutto si fermò. La sera del 7 marzo Treviso caricò in fretta e furia i bagagli sul pullman per far ritorno verso casa dall’albergo di Pesaro: il giorno dopo la squadra veneta avrebbe dovuto giocare contro la Vuelle, ma attorno alle 21 arrivò la notizia che le due città erano state inserite nella zona rossa.
” Sembra passata una vita, invece è successo poco più di un mese fa” ricorda Andrea Gracis, direttore sportivo della De Longhi alla penna di Elisabetta Ferri de Il Resto del Carlino. “Eravamo a tavola in hotel, arrivò quella che era ancora solo un’indiscrezione, telefonai ad Ario Costa per confrontarci, poi chiamammo insieme la Lega e quindi il presidente della Fip Petrucci per domandare come comportarci. In quel momento l’emotività prese il sopravvento, ci sentivamo come Codogno e fu lui a darci il permesso di rientrare a Treviso per non rischiare di rimanere chiusi fuori dalla città. Tempo due giorni e tutta l’Italia diventò zona rossa.”
Finire bene per ripartire. Dopo l’incontro con i sindacati di giocatori e coach si cerca di chiudere gli accordi della stagione in corso. Ogni trattativa è individuale, ma finora devo dire che da parte dei ragazzi ho trovato la massima disponibilità: chiudere l’anno, senza i mancati incassi, è stato pesante. E non sapere se potremo giocare porte aperte il prossimo anno è una grossa incognita.