Aaron Craft, tornato in America, in Ohio, dopo aver cominciato la quarantena a Trento in Italia ed aver atteso a lungo la possibilità che il campionato italiano riprendesse, ha rilasciato una intervista a Paolo Uggetti di The ringer sul tema della riduzione degli stipendi che, dal 20% dei saldi 2019-20, saranno ulteriormente diminuiti nella stagione successiva tanto da chiedersi se varrà la pena di tornare a giocare in Europa.
Infatti, lo stipendio di Craft era stato ridotto del 20 percento, una riduzione che il team ha dichiarato a Craft di essere stata istituita in tutta la serie per proteggere giocatori e dipendenti.
Craft si considera fortunato, in gran parte perché lui e la sua famiglia sono al sicuro, ma anche perché aveva deciso prima della stagione che questo sarebbe stato il suo ultimo anno a giocare a basket; il 29enne ha in programma di tornare nello stato dell’Ohio per finire la scuola di medicina.
“I contratti per i giocatori del prossimo anno saranno terrificanti, a meno che tu non abbia la garanzia di aver firmato l’anno precedente”, ha detto Craft, riferendosi ai rendiconti finanziari dei club. “Non invidio quei giocatori che devono prendere queste decisioni per andare avanti”.
Uggetti, nello stesso articolo, riferisce altre due interviste sull’argomento con Eric Moreland (Shanxi Loongs, CBA) e l’agente Jon Solomon. In particolare, quest’ultimo ritiene “che si aspetta che le squadre in Europa mettano in risalto la firma dei giocatori locali ora perché i loro contratti sono spesso più economici di quelli dei giocatori americani e il talento è abbastanza buono da far prosperare la lega.” e che la domanda di giocatori statunintensi in Europa sia destinata a calare.