32 anni e una lunga storia, ben lontana dall’essere conclusa, di uno dei più tenaci giocatori italiani di serie A: Valerio Mazzola. Che consapevole di ripartire la prossima stagione con la Reyer, ripercorre le tappe della carriera con Michele Contessa de La Nuova.
Sci e crociato. A 13 anni mi sono rotto il crociato del ginocchio sciando a Folgarida, avevo già iniziato a giocare a basket, sono ritornato dopo oltre tre anni. Adesso gli sci sono in soffitta, troppo rischioso essendo arrivato in serie A.
Ferrara. Ero un tifoso di Ferrara, poi sono diventato anche un giocatore, è il massimo indossare la maglia della squadra della tua città.
Montegranaro. Nel 2010, Ferrara era ritornata in Lega Due, a marzo mi volle la squadra marchigiana, credo di essere stato uno dei primi italiani per cui venne pagato un buyout.
Recalcati. Ho imparato molto da Charlie, ed è stato anche il mio primo impatto con il professor Colombini, poi ritrovato alla Reyer.
Virtus Bologna, due anni. “La seconda stagione fu complicata, non era la società di adesso, alla fine siamo retrocessi, c’erano anche Simone Fontecchio e Michele Vitali.
Torino e la Coppa Italia. La Coppa Italia a Firenze, incredibile, nessuno avrebbe puntato su noi alla vigilia!
La Reyer e lo scudetto. Mi sono fatto male nella serie con Trento, non mi sarei fermato per nessun motivo, avevo dentro una adrenalina pazzesca, spariva anche il dolore e di notte facevo fatica a dormire.
Un mese pazzesco, si giocava, poi un allenamento, poi di nuovo la partita. 17 gare senza fermarci un secondo. Sarebbe stata durissima se avessimo perso gara 7 in casa contro Sassari.
La Reyer e la Coppa Italia. Abbiamo dimostrato di essere una squadra vera, un gruppo compatto. Siamo arrivati da ultimi alla Final Eight, ci siamo ritrovati sul podio. Quandos erviva vincere, nelle partite da dentro o fuori, la Reyer c’è sempre stata.