Certamente, dopo la vittoria in Coppa Italia 2020 che segue lo scudetto della stagione 2018-19, è Walter De Raffaele l’allenatore del giorno in Italia. A cui sommare l’obiettivo già raggiunto di disputare il primo trofeo dell’annata 2020-21, la Supercoppa italiana insieme all’altra finalista Brindisi. Eccolo rispondere alle domande di Vincenzo Di Schiavi della Gazzetta dello Sport. Ecco alcune considerazioni.
Testardaggine. Si, con la conferma del blocco scudetto voluta da me e dal presidente Casarin. Si poteva avviare un nuovo corso, abbiamo preferito la continuità, premiando chi aveva vinto lo scudetto.
Rendimento altalenante. Molto bene in EuroCup, meno in campionato. Ma il punto era un altro: dovevamo ritrovare un’identità di squadra, che significa mettere tutti i giocatori al loro posto. Il problema Stone a inizio stagione e i tanti infortuni non hanno aiutato in questo senso.
Accusa di pancia piena. Ha infastidito di più la scarsa considerazione sulla nostra capacità di competere. La poca fiducia intorno a noi ci ha unito, è stata la molla che ci ha fatto crescere come gruppo.
Mentalità Reyer. Un modo di lavorare in cui si punta sul professionista e sulla persona. Questo aiuta a gestire i momenti di difficoltà. Umiltà e ambizione, resilienza e meritocrazia indipendentemente dal passaporto. Stone, Daye e Bramos partono dalla panchina mentre Tonut, Mazzola e De Nicolao vanno in quintetto. Poter aggiornare le gerarchie senza turbolenze è un grande vantaggio.