Le parole del Team Manager, Miro De Giuli, durante la diretta Facebook della Università Telematica degli Studi IUL
Sul ruolo del Team manager e la sua rilevanza all’interno di una organizzazione societaria: “Non esiste un mansionario vero e proprio per questo ruolo, l’importante è rimanere dietro le quinte. Il Team manager deve creare meno problemi possibili e risolvere tutti quelli che si creano nella quotidianità. Il lavoro è così tanto che non si ha neanche il tempo per finire in vetrina ed apparire, e personalmente non è così importante per me. Mentre è più gratificante ricevere complimenti dagli staff tecnici e consigli su come poter migliorare costantemente. Ho fatto tanta gavetta, ma è servita per arrivare in una Società importante come la Virtus, che mi ha dato la possibilità di lavorare con personalità importanti e fare una esperienza internazionale. Imparare, conoscere e vedere continuamente è molto più importante che finire sui giornali.”
Sull’impatto con il mondo di Virtus Segafredo: “Mi è capitato di parlarne molto poco in pubblico. La mia prima pallacanestro è stata Bologna, qui ho cominciato facendo il giornalista, tornare qui è stato come tornare a casa, ma allo stesso tempo per crescere e per mettermi in gioco in un ambiente diverso, volevo uscire dalla mia “comfort zone”. Con il senno di poi è stata una scelta corretta, per ciò che significa la Virtus per me e per l’importanza della Virtus nella pallacanestro italiana ed europea. Essere qui, e lavorare con questo management, con questo staff tecnico e con questi giocatori è molto stimolante perché le aspettative sono alte, così come gli obiettivi. Sono orgoglioso e felice della mia decisione, una decisione forte. Mi sveglio la mattina e sono felice di fare questo lavoro in questa Club.”
Sulla EuroCup e sul confronto con le altre realtà europee: “Tra domenica e lunedì mattina attendiamo le comunicazioni da parte di EuroLeague per una possibile ripartenza. Proprio in questi giorni stiamo programmando un eventuale ritorno dei nostri giocatori stranieri in Italia. sia dagli Stati Uniti che dalla Serbia, così da fare quarantena e ricominciare gli allenamenti. Organizzare una trasferta in Europa non è semplice, dalla logistica per il trasporto ai dettagli sui pasti della squadra, fino ad arrivare agli allenamenti. Di solito ci si organizza con l’altra squadra, ma la difficoltà aumenta: sei all’estero, in un paese dove l’inglese non sempre viene parlato o capito. Tuttavia le modalità di organizzazione sono le medesime, possono invece cambiare le esigenze degli staff tecnici. Cambia l’impatto con i palazzetti: entrare nella Stark Arena di Belgrado è stato emozionante.”
Sulla versatilità e la necessità di essere duttili nel mondo dello Sport: “Mi sono sempre adattato a quello che ho trovato davanti a me. Nelle mie passate esperienze eravamo in pochi, soprattutto durante le trasferte, talvolta mi capitava di fare anche il lavoro di altre figure e non ho mai avuto problemi a farlo. Bisogna essere pronti ed essere di supporto alla squadra, affinché possa rendere al meglio. E’ importante più del ruolo avere la personalità per fare quello che serve. Versatilità è una parola che mi piace e spiega bene questo lavoro. Lavorare dietro le quinte significa anche essere bersagliati o essere presi di mira come valvola di sfogo, ma penso sia parte integrante del nostro lavoro.”
Sul rapporto con i giocatori: “Delle volte nascono rapporto di amicizia con i giocatori, altre volte no. Non bisogna essere amico dei giocatori, ma essere la loro persona di fiducia. Anche noi dobbiamo capire se il giocatore se ne stia approfittando oppure no. E’ fondamentale dare ai giocatori una organizzazione iniziale quando arrivano in un Club e qualora si presentino problemi o gravi criticità, bisogna affrontarle e risolverle.”
Sul futuro e sugli obiettivi personali: “Sono arrivato in Virtus proprio per questo motivo, per fare un passo in più nel mio percorso di crescita. Se non fossi andato via da Ravenna non avrei conosciuto il Direttore Generale Paolo Ronci, che mi ha voluto qui, e non avrei avuto l’occasione di migliorare e di lavorare su alcuni aspetti professionali. Essere catapultato dalla A2 alla migliore Società di Pallacanestro italiana è stato un passo importante. Quotidianamente ho l’occasione di lavorare con una dirigenza ed uno staff importante, come l’amministratore delegato Luca Baraldi, il General Manager Paolo Ronci e Coach Djordjevic, professionisti incredibili dai quali si può e si deve imparare tanto. Ho la fortuna di lavorare con queste persone che hanno idee e visioni incredibili, io posso solo ascoltare. Non mi è mai capitato lavorare in una Società così organizzata; tra Comunicazione e Marketing ci sono almeno una decina di persone che lavorano quotidianamente solo per la Virtus. Per me è importante poter confrontarmi con i miei colleghi su questi temi ed è stimolante vedere come lavorano, soprattutto in questo periodo, con i campionati fermi. I nostri uffici di Comunicazione e Marketing stanno facendo un lavoro bellissimo e importante, in un momento in cui la pallacanestro è completamente ferma. Poter vedere come si fanno le cose ed imparare cose nuove è l’aspetto più bello. In questo momento sono ad un livello così alto e stimolante, dal punto di vista societario, che non vorrei essere da nessuna altra parte.”
Sulla gestione dei giocatori stranieri: “Prima che arrivino in Italia, mi muovo per far si che abbiano le cose basilari, come la patente, casa e tesseramento, sopratutto il tesseramento è la cosa più importante perché è più visibile l’errore che si può commettere. Quest’anno abbiamo giocato 3 competizioni differenti, LBA, EuroCup e Intercontinentale, con regolamenti differenti. Inoltre quest’anno abbiamo inaugurato anche la Virtus Segafredo Arena, nello stesso periodo in cui continuavamo a giocare al Paladozza in EuroCup o in Europa. Delle volte non basta conoscere a memoria i regolamenti, bisogna essere bravi ad adattarsi continuamente ad ogni tipo di situazione. Quando abbiamo preso Marble, Michael (Team Manager Trento) mi ha dato una mano con i documenti, anche in quella occasione abbiamo corso per mandare il nullaosta il pomeriggio stesso del giorno gara, quando abbiamo giocato in Europa contro di loro (Trento). Devi essere sempre pronto per guadagnare un minuto, un’ora o un giorno.”