Nel 2015, un tifoso dell’Olimpia sullo “store” online del club aveva tentato di personalizzarsi una maglia numero 4: il sistema non gli aveva permesso di farlo e così mandò una lettera di protesta alla sede sociale di Piazzale Lotto. Ma neppure lo “store” permette di violare una delle regole non scritte dell’Olimpia, una delle grandi storie che ne caratterizzano il percorso. Il numero 4 all’Olimpia è bandito…
Il 4 aprile 1944, 4/4/44, Adolfo Bogoncelli, l’inventore della società come la conosciamo oggi, scoprì di essere affetto da poliomielite. Da quel giorno, il cosiddetto “Bogos” cancellò il numero 4 e di conseguenza il 44, che pure fino a poche stagioni fa sarebbe stato comunque inutilizzabile per regolamento, dalle uniformi dell’Olimpia. Bogoncelli non voleva vedere il 4 e la sua società rispettò la consegna. Oggi nessun giocatore dell’Olimpia indossa il 4 e neppure il 44 viene permesso. Con l’8 e il 18 ritirati sono quattro di fatto le maglie “off limits”. In realtà in passato è capitato che ci si sia dimenticati di rispettare il “testamento” di Bogoncelli. Ad esempio nel 1992 quando l’allora Philips firmò dal Partizan Belgrado il grande Sasha Djordjevic questi chiese e ottenne – ignaro – di indossare il suo numero preferito appunto il 4 (in seguito tornando a Milano a fine carriera avrebbe giocato con il 19). Ma in generale la regola è stata sempre rispettata.