Il neo presidente di LBA Gandini ha rilasciato una intervista a Domenica Sport: “Ho scelto il momento giusto per tornare, spero sia un segno del destino e possa mettere a disposizione la mia esperienza al servizio della LBA. Tra calcio e basket in Italia c’è una grande differenza di dimensioni sicuramente. Nel mondo è la dimensione della NBA che dà un posto importante nelle discipline sportive. Da noi rimane il secondo e unico sport professionistico oltre il calcio e spesso viene dimenticato.
Oggi come oggi abbiamo davanti una serie di paletti. Il primo è quello del governo, che dice che fino al 3 aprile non si può fare nessun tipo di attività sportiva organizzata. Dall’altra abbiamo un preolimpico previsto per il 12 giugno, che ovviamente comprime la nostra stagione.
Due situazioni in divenire. Sarà l’evolversi di questa emergenza e saranno le autorità a dirci se veramente verso il 5 aprile si potrà riprendere a giocare. E sul torneo, ci sono una serie di problematiche europee e mondiali che ci diranno quanto sarà perentoria quella data. Nell’ottica positiva di voler completare la stagione, si può pensare ragionevolmente di chiuderla entro al fine di giugno, per rispettare anche i contratti fra squadre e atleti (nel calcio di pensa ad uno slittamento degli Europei).
Situazione economica. Noi siamo uno sport che vive sugli incassi del palazzetto e in misura minore dei diritti televisivi, che sono di una entità non sufficiente a sostenere il movimento. Il problema è che abbiamo costi di salari e inerenti l’attività che ovviamente non possiamo espletare. Quindi ben vengano aiuti immediati, rinvii di scadenze, supporto alla liquidità delle società, ma poi ci sarà un momento in cui dovremo capire quali sono stati i danni. Evidente che un provvedimento di sostegno allo sport italiano dovrà essere fatto.
Allenamenti. Come Lega posso dare alle società linee-guida ma non posso intervenire su altro. La salute è la cosa più importante non credo che nessuna società di basket abbia in animo di imporre attività che non siano razionali e in linea con le disposizioni ricevute. Ritengo sia logico che per un certo periodo di tempo non vi siano attività collegiali; i giocatori sono professionisti e stanno già facendo allenamenti individuali o da remoto.
L’obiettivo è di ritornare appena ci sarà consentito. Spero di avere il tempo di poter studiare tutto il sistema per poter agire in maniera organica nei rapporti con organismi come FIBA ed EuroLeague.”
