Matteo Fantinelli, playmaker della Fortitudo Bologna, traccia un bilancio del suo primo anno in serie A e del prossimo futuro con Luca Del Favero per Il Resto del Carlino edizione Ravenna.
Esordio. Non mi aspettavo di vivere una simile annata al mio esordio in A1: siamo arrivati in finale di Coppa Italia, abbiamo chiuso il campionato al settimo posto e tranne qualche piccolo passaggio a vuoto siamo sempre stati competitivi nonostante fossimo neopromossi.
Mi dispiace che la stagione sia terminata sul più bello, perché potevamo davvero toglierci delle soddisfazioni anche nei playoff. Inoltre mi sarebbe piaciuto giocare il derby di ritorno davanti al nostro pubblico: sono sicuro che ci saremmo presi una bella rivincita.
La lezione. Che bisogna sempre essere parte integrante del gioco e io in alcune partite sono stato troppo passivo. Questo purtroppo è un difetto che ho da sempre, ma in serie A1 non me lo posso più permettere.
Dopo qualche mese ho trovato più continuità anche se in questo gruppo non bisogna mai smettere di lavorare. Io infatti partivo quasi sempre in quintetto, ma poi lo spazio me lo sono sempre dovuto guadagnare.
Segreto Martino. Anche in A1 ha confermato di saper costruire molto bene le squadre e di responsabilizzare tutti i giocatori, facendoli scendere in campo con grandi motivazioni. La disponibilità di compagni più esperti come Mancinelli e Leunen ha poi permesso di unirci in poche settimane e questo è stato il segreto del gruppo.
Dottor Fantinelli? Ho consegnato la tesi e mi laureerò a fine giugno in Scienze Motorie. Purtroppo la proclamazione sarà on line e mi dispiace.
Nazionale. Non me lo sarei mai aspettato. Non sono poi entrato nei 16, ma ne avevo parlato a lungo con il commissario tecnico Sacchetti.