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LBA – Dinamo Sassari, per i 60 anni del club la parola ai cinque scudettati italiani del 2015

LBA - Dinamo Sassari, per i 60 anni del club la parola ai cinque scudettati italiani del 2015

Una diretta unica con i cinque italiani che, il 26 giugno 2015 hanno sollevato al cielo la coppa dello Scudetto: cinque uomini, cinque giocatori che hanno scritto la storia della Dinamo e destinati a restare negli annali biancoblu. Questo pomeriggio in diretta su Dinamo Tv Manuel Vanuzzo, Jack Devecchi, Brian Sacchetti, Massimo Chessa e Matteo Formenti hanno chiacchierato in diretta con Paolo Citrini, in un viaggio nei ricordi in maglia Dinamo Banco di Sardegna.

A partire dal ricordo più bello in biancoblu:

 “Uno dei ricordi più belli per me resta gara 6 contro Reggio al Palazzetto_spiega Massimo Chessa_ una partita che abbiamo perso non so quante volte ma alla fine siamo riusciti a vincere. Nella memoria mi resta impressa la bomba di tabella di Logan, da li l’abbiamo vinta”.

“Di quei playoff ho tanti ricordi, restano indelebili le due gare 7 semifinale con Milano e con Reggio Emilia la vittoria finale_ dice Brian Sacchetti_ Dopo un primo quarto sotto di 16-17 e la rimonta, uno dei miei momenti preferiti che hanno portato alla vittoria. Ma nulla da togliere alla rocambolesca gara 7 al Forum contro Milano”.

Il capitano del triplete Manuel Vanuzzo “Io vado fuori dal basket giocato: ho impresso il ricordo del pomeriggio prima di Gara 7 con Reggio Emilia, quando ci siamo ritrovati tutti sul terrazzo dell’hotel. Ci siamo parlati ci siamo detti che potevamo vincere, li eravamo un gruppo unico, nonostante un anno non facilissimo è venuta fuori una squadra assolutamente unita”.

“L’emozione che abbiamo vissuto son state tante e tutte belle, ricordo la coppa Italia a Desio la sfida in finale bellissima con Milano, le gare 7 dei playoff _aggiunge Jack Devecchi_. Ovviamente poi lo scudetto è un ricordo indelebile”.

Per Matteo Formenti, due anni a Sassari dopo l’arrivo in corsa l’anno dello Scudetto, alcuni frame della stagione: “Penso che anche la serie con Trento sia stata molto bella, al meglio delle 5, poi penso a gara 7 il rimbalzo con Rakim al Forum. Così come ricordo benissimo il tiro di Drake che non è entrato, che ci ha fatto capire cosa sarebbe successo, nel giro di pochi secondi saremmo diventati campioni d’Italia”.

Ogni stagione ha le sue particolarità, i suoi up&down: ognuno degli italians ricorda qualche dettaglio della stagione 2014-2015

Massimino ricorda: “Eravamo davvero un bel gruppo, tutti uniti, pronti a entrare e dare il contributo: solo ricordi piacevolissimi”.

Nella memoria restano anche le tante scaramanzie, gran cerimoniere Brian: “Non posso certo scordare le scaramanzie varie come la bottiglietta che mi veniva lanciata dopo il primo canestro oppure il nostro classico saluto a metà campo”.

Per Manuel una riflessione sul gruppo: “Ricordo molto bene un bel gruppo con gli americani che nelle difficoltà tiravano il meglio di loro. Eravamo una bella squadra, un gruppo solido che nei momenti più difficili si dava supporto per superarli insieme”.

“Le stagioni sono tutte particolari ognuna a modo suo _aggiunge Jack_ la pallacanestro trasmette emozioni, si legano, ogni partita ogni stagione riporta a un ricordo particolare. Quelle di cui parliamo sono state stagioni vincenti quindi inevitabilmente leghiamo le emozioni alle coppe sollevate, era un gruppo di matti, specialmente gli stranieri. Ma alla fine quando c’era da vincere e giocare si giocava, c’era un plus difficile da ritrovare non solo in Dinamo ma anche in altre squadre italiane con quel livello di talento, atletismo e qualità di gioco. Difficile da replicare e sono orgoglioso di averne fatto parte”.

“Avevo giocato a Brindisi con Jerome _racconta Forme_ e sapevo che testa calda fosse: era quello che nella partita prima era svogliato ma quando c’era da vincere tirava fuori dal cilindro prestazioni clamorose. Penso alla finale di Desio o la giocata di Gara 6 che ci ha portato al supplementare. Alla fine gli concedevi qualcosa a livello caratteriale perché sapevi che poi ti ritornava indietro”.

A tutti gli italians è stato chiesto di esprimere quale fosse secondo loro la Dinamo Legend last 10 years e il giocatore italiano simbolo degli anni in Dinamo.

Ad aprire le danze Massimo: “Direi senza dubbio David Logan, uno silenzioso ma giocava tutte le partite al massimo. Un professionista incredibile dal talento cristallino uno dei più forti con cui abbia mai giocato. Il giocatore italiano? Manuel lo conosco da quando è arrivato in Sardegna, mi ha sempre aiutato, mai una parola fuori posto, p stato il mio fratello maggiore”.

Brian non ha dubbi: “Anche se non ha vinto il triplete sicuramente Travis Diener, è stato il primo americano che ho incontrato al mio primo anno a Sassari, un giocatore che ha lasciato un bel ricordo non solo a noi ma anche al pubblico, ha vissuto tanti anni con noi. Dal punto di vista affettivo sono molto legato ma a livello tecnico credo che non si fosse mai visto un giocatore come Travis in Italia, un play che metteva in ritmo chiunque dalla mentalità vincente. Per quanto riguarda il giocatore italiano invece è difficile scegliere uno tra Manuel e Jack. Con Jack ho passato tutti i miei anni in Sardegna ed è grazie a loro se sono rimasto a Sassari tutti quegli anni. A loro per devo tanto al mio modo di giocare e vedere la pallacanestro dentro e fuori dal campo”.

Il capitan Devecchi fa una premessa: “Escludo le legends della stagione del triplete, sono a parte, e invece io direi Bootsy Thornton, pur senza voler togliere niente a nessuno. È stato il professionista per eccellenza, il campione vero per la mentalità, la voglia e il carattere che metteva ogni giorno in allenamento. Conservo un ottimo ricordo, ho cercato di imitarlo ed è un campione a 360 gradi. È facile rispondere sul giocatore italiano: con Manuel siamo stati insieme in Dinamo 9 anni e quando lui giocava a Milano io seguivo la prima squadra quindi in totale sono 11. L’ho vissuto anche da avversario, ho tanti ricordi legati a lui, mi ha passato il testimone da capitano e da cui ho imparato tanto”.

Manuel: “Anche per me Travis Diener, ho giocato 4 anni in serie A molto anche grazie a Travis perché avere un play che ti mette in ritmo in qualsiasi condizione fa la differenza. Già l’anno dopo con Jerome in regia facevo più fatica, TD è anche l’americano quello con cui ho legato di più. Sugli italiani con Massimino, Jack e Brian siamo stati insieme per tanti anni, abbiamo passato tanto tempo insieme dentro e fuori dal campo. Se devo sceglierne uno scelgo Jack perché è il classico giocatore sempre positivo che se deve giocare 30 secondi o 20 minuti è sempre pronto, l’ha dimostrato anche nelle ultime stagioni, sempre disponibile a giocare e dare il massimo”.

Last but not least Matteo: “Per me la Dinamo legend è David Logan: perché è quello con talento incredibile, nessun problema a fare canestro quando conta costruendo anche dal niente. Un grande lavoratore e professionista che nei due anni non ha mai saltato un allenamento. Senza niente togliere a tutti gli altri che sono dei grandi campioni e hanno dimostrato il loro valore”.

In chiusura gli italians hanno lanciato un messaggio al popolo biancoblu e gli auguri al club per i sessant’anni: “Mando un saluto a tutti i tifosi sardi della Dinamo _dice Brian_ resteranno per sempre nel mio cuore e spero di poter tornare presto in Sardegna anche se da avversario. Ma sarò sempre un tifoso della Dinamo”.

Parola a capitan Devecchi: “Arrivano i sessant’anni, sono onorato di far parte da tanti anni di questa società a cui sono legato anche per il futuro. Ogni singola partita, specialmente casalinghe, ci ha dato tanto così come è bello ed emozionante trovare tanti sardi in trasferta, specie in coppa. La Dinamo è appartenenza, lo dimostrano le tante belle attestazioni che stanno arrivando da tanti giocatori, ex, allenatori e personaggi del movimento che dimostrano affetto. A zent’anni Dinamo!”.

Manuel vanuzzo: “La Dinamo è una società che è partita in un campetto in terra battuta ed  è arrivata a conquistare lo Scudetto e giocare l’Eurolega: a Sassari c’è una grande tradizione di pallacanestro che si è trasferita in tuta l’isola grazie a un lavoro da parte di tutti. A zent’anni -come ha detto Jack- un augurio a tutti i tifosi e gli appassionati di poter tornare al più presto al Palazzetto”.

Matteo Formenti: “Io vorrei fare i complimenti per tutto quello che siete riusciti a fare in questi anni: dei miei anni in Dinamo mi è rimasto dentro il senso di famiglia chequesto club riesce a trasmettere. Io ho fatto solo due anni ma mi rimane e il calore di tutta la gente che veniva a vederci in ogni parte dell’isola. Un grande entusiasmo, un amore, un patrimonio che è riconosciuto anche al di fuori dell’isola. Il valore più grande che questa società ha è il senso di appartenenza che si respira e la Dinamo trasmette”.

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