La valutazione degli avvenimenti passati l’ha spinto ad essere uno dei primi a chiedere lo stop e la fine anticipata delle competizioni. Frank Vitucci, coach della Happy Casa Brindisi, ne parla con Andrea Barocci del Corriere dello Sport, tratteggiando però un futuro differente.
Stop. I segnali erano inequivocabili. Se poi uno voleva far finta di non vedere perché covava una qualche speranza, è un altro discorso… La situazione era molto complicata.
Ripartenza. Giocare senza pubblico è una situazione paradossale, da teatro dell’assurdo. Ma per come si sta evolvendo la capacità di controllare ciò che serve per combattere il virus, per me ora ha molto più senso ricominciare il campionato ad ottobre a porte chiuse.
Se la situazione continua lentamente a migliorare, penso che sia la soluzione migliore per noi del basket. Certo, bisognerà fare tanta attenzione. Però sono sicuro che i meccanismi di controllo e prevenzione, da qui all’autunno, ci potrebbero consentire di ricominciare l’attività.
Sponsor e televisione. Chi ha sponsor molto importanti, magari vedrà le cifre ridursi, ma alla fine continuerà a vivere bene. Secondo me servirebbe uno studio attento su come spostare certi introiti sulle piattaforme televisive e su internet. Dobbiamo pensare a un modo parallelo perché i tifosi, impossibilitati a seguire dal vivo gli eventi, possano farlo guardandoli in Tv o sul computer, con un minimo contributo per “resistere” intanto fino all’inizio del 2021.
Defiscalizzazione. Comunque la chiave più importante per i club deve essere la defiscalizzazione dei contributi delle sponsorizzazioni. In passato i grandi gruppi utilizzavano il veicolo sportivo per un discorso di tasse. Il governo in questa maniera potrebbe invogliare gli sponsor ad avvicinarsi al basket, o se non altro a non farli “scappare”.