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LBA – Armani, per uscire dalla crisi bisogna privilegiare la difesa

LBA - Armani, per uscire dalla crisi bisogna privilegiare la difesa

L’imprevista battuta d’arresto nel derby contro Cantù subito dopo la risicata vittoria in EuroLeague contro un frizzante Zenit sono gli avvenimenti per le considerazioni di Sandro Gamba per La Repubblica edizione Milano.

La maggior parte dei lettori è, per loro fortuna, così giovane da non ricordare le sirene di guerra. Quando ne sentivamo tre squilli, era il segnale che gli aerei nemici si stavano avvicinando. Quando gli squilli erano sei dovevi essere già corso al rifugio, perché i bombardamenti stavano cominciando.

Ecco, al Forum è un bel po’ che si sentono le sirene e anche la partita con Cantù non ha fatto differenza. Tre squilli nel primo tempo, nonostante una giornata fantastica di Micov: è il resto della squadra che non mostra reazione emotiva, che gioca piatto, che non ci mette mai pressione difensiva e si fa mangiare a rimbalzo, sul lato debole, sul perimetro contro tiratori che prendono via via fiducia.

Non è questo il potenziale agonistico dell’Armani, lo abbiamo visto fino a due mesi fa, lo abbiamo ancora intravisto in un grande terzo quarto trascinato da Scola in attacco ma, soprattutto, dal contributo difensivo di lunghi ed esterni. Però, così com’è arrivato quel quarto brillante, così è sparito.

Era successo, più a sprazzi, contro lo Zenit San Pietroburgo. Sta succedendo sempre più sovente e questa discontinuità, questa alternanza di momenti altissimi e infimi, nella stessa partita, da parte degli stessi giocatori, è quello che sta facendo ammattire il mio amico Messina.

È evidente che certi elementi, in certi quintetti, non coagulano più bene. Il coach ci ha provato coi cambi rapidi, con rotazioni meno vorticose, e il problema si ripresenta. Quello che sconcerta di più è la mancanza di compattezza in difesa, la sensazione di poter sbandare da un momento all’altro, ovunque: nell’uno contro uno, sul lato debole, nei contatti in area, in velocità.

Io credo che adesso Messina, da allenatore di valore quale è sempre stato, interverrà scegliendo gli otto-nove giocatori da portarsi in battaglia, su cui fare affidamento. Che abbia esaurito la pazienza e il tempo da dedicare al recupero di alcuni elementi – scelti da lui, e le scelte si possono anche sbagliare – per tornare a dare un’identità definita a questa Olimpia.

La squadra, ne sono convinto anche adesso, c’è e sono tanti i giocatori che possono dare un contributo positivo, che possono stare in campo anche ad alto livello e competere. È il momento di privilegiare la consistenza in difesa, la voglia di affrontare fisicamente l’avversario, di resistere. Il carattere. E di dare un giro di vite ai tempi di gioco, all’entrata negli schemi, all’attimo di uscita dai raddoppi. Sono dettagli da recuperare col tempo. Primo, e più di tutto, lottare.

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