Alessandro Pajola, ormai non più emergente ma pezzo importante nella Virtus Bologna, per un aspetto immaginifico dello sport che ormai – soprattutto nella pallacanestro – non esiste più. Estratto dall’intervista a La Gazzetta dello Sport a firma Andrea Tosi.
Bandiere. Djordjevic mi ha caricato a mille. Mi auguro di ripagare la sua fiducia e aggiungo che, essendo un ragazzo un po’ all’antica, sono legato al culto delle bandiere. Mi piacerebbe diventare per la Virtus quello che Totti e Del Piero sono stati per la Roma e la Juve.
L’arrivo a Bologna da Ancona. La Virtus mi seguiva da tempo, io ci tenevo perché era una soluzione vicina a casa. Poi è successo che alle finali nazionali dell’Under 15 con la mia Stamura battemmo proprio la Virtus e io segnai 35 punti. Fu lì che Consolini, responsabile del settore giovanile, accelerò il mio passaggio a Bologna.
Under 19 occasione persa? Le due qualità che occorrono per giocare a livello di serie A sono fisicità e affidabilità. La Nazionale Under 19 che ha vinto l’argento mondiale 2017 ha messo in mostra tanti ragazzi, io ero tra loro, che hanno tutto per sbocciare in A ma in pochi ce l’hanno fatta. E’ stata un’occasione persa.
Obiettivo 2021. Non voglio guardare tanto avanti. Mi basta crescere allenamento dopo allenamento, partita dopo partita. Certamente ho il mio sogno: alzare un altro trofeo con la Virtus dopo la Champions dell’anno scorso.