Sportweek, il settimanale della Gazzetta dello Sport, ha chiesto a diversi sportivi italiani le loro considerazioni su come il coronavirus ci sta cambiando e la prima cosa da fare quando potranno uscire nuovamente di casa. Ecco la risposta del tecnico della Nazionale azzura di pallacanestro Meo Sacchetti.
La prima cosa bella che farò sarà una colazione al bar. A Cremona ce ne sono due o tre che sfornano brioche notevoli. Se sono cambiato rispetto a prima? No. Sono un ottimista, ho fiducia che ne usciremo bene. In quarantena ogni tanto capita di annoiarmi, ma per fortuna ho un piccolo giardino da curare: metto a posto i gerani, ho piantato dei pomodori, ho il cane che mi rompe le scatole perché addenta gli irrigatori…
Da fare ce n’è.
E, poi, ho riscoperto il bricolage e lavori ai quali mi sottraevo per mancanza di tempo: stuccare e riverniciare le pareti. Della situazione generale due cose mi danno fastidio: il non andare tutti nella stessa direzione, la mancanza di senso dello Stato che anche oggi ci contraddistingue; e il fatto del virus nessuno sapeva niente e ora tutti sembrano averne scoperto origine e cause. La pandemia mi ha ricordato che non bisogna dare ninete per scontato. A tutti auguro che insegni a sentirsi parte di un insieme. Abbiamo una sanità pubblica di alto livello: consentiamole di lavorare sempre meglio. Per lavorare di comune accordo c’è bisogno però di una profonda riflessione politica.