Dopo la sua nascita in quel di Springfield la pallacanestro vede espandere la sua popolarità a macchia d’olio.
Nella madre patria, in pieno dopoguerra, si vedono opportunità ovunque e sono più di un centinaio le franchigie che girano per il Paese esibendosi previo pagamenti di biglietti non proprio a buon mercato. L’era dello show business è iniziata e fra le “star” svettano gli Original Celtics, i primi regolamente contrattualizzati dal lungimirante Jim Furey. Come in una ipotetica scacchiera dall’altra parte a contendere fama e vittorie c’erano i Rens, figli di Harlem e prima squadra di soli giocatori di colore, capaci di chiudere la loro attività con sole 529 sconfitte a fronte di 2588 vittorie.
Ma, grazie agli americani in giro per il globo e alla “missione” della YMCA, il basket travalica i confini a stelle e strisce e approda presto in Europa, dove la sua espansione è inizialmente “castrata” da un mero vizio di forma.
Nel vecchio continente infatti la pallacanestro viene posta sotto l’ala non proprio protettrice della IAHF, acronimo di International Amateur Handball Federation. In parole povere un minestrone degli sport giocati con le mani nel quale il “sapore” predominante era quello del volley. L’IAHF è storicamente ricordato per la sua assoluta immobilità e fu così che gli appassionati della palla a spicchi, spinti e sostenuti ancora dalla YMCA, nel 1932 (dopo una lunga serie di riunioni precedenti più o meno fortunate) s’incontrano sul Lago Lemano, in Svizzera. Tra i sedici partecipanti ricordiamo per l’Italia Giorgio Asinari di San Marzano e, soprattutto, Elmer Berry per la YMCA, capace di far sedere attorno al tavolo i rappresentanti di Argentina, Grecia, Lettonia, Portogallo, Romania, Svizzera, Cecoslovacchia, Lettonia e ovviamente Italia, con i rappresentanti di Bulgaria e Ungheria osservatori.
Il menu col quale i sedici si ristorano lo immaginate già, ovviamente filetto di persico, consumato al tavolo del rinomato “Pointe de la Bise”. Quel che forse non sapete è che, in quel 18 giugno 1932 quei sedici danno vita alla FIBA, che vede come primo presidente il “padrone di casa” Leon Bouffard, ponendo così delle storiche basi per il futuro della pallacanestro nel mondo.
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Facts and figures – Un filetto di persico davvero “pesante”
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