WASHINGTON (Stati Uniti) – La Nba deve dire addio a Wes Unseld, una delle leggende degli Washington Bullets e tra i più importanti giocatori della Lega degli anni Settanta. Si è spento all’età di 74 anni, infatti, a causa di una polmonite (ma lottava da tempo contro una grave malattia) l’ex centro, eletto nella James Naismith Basketball Hall of Fame nel 1988 dopo una carriera da giocatore interamente spesa ai Baltimore/Washington Bullets dal 1968 al 1981, con la conquista dell’ambito Anello nel 1978, unico titolo fin qui vinto dalla franchigia della Capitale, arricchita anche dal premio come MVP delle finali.Mvp alla prima stagione Nba come solo ChamberlainUnseld fu selezionato nel 1968 con la prima chiamata assoluta al draft della Aba dai Kentucky Colonels, dopo la sua carriera collegiale nei Wildcats di coach Adolph Rupp, e con la seconda chiamata assoluta dai Baltimore Bullets nella rivale Nba, e già alla sua prima stagione (1969) riuscì a diventare sia rookie dell’anno che Mvp della Lega, impresa riuscita prima di lui solo a Wilt Chamberlain. Considerato uno dei difensori e rimbalzisti più forti della sua epoca, ha raggiunto quattro finali con i Bullets: oltre al trionfo nel 1978 contro i Seattle SuperSonics, anche nel 1971, 1975 e 1979. E’ stato 5 volte All-Star, venendo inserito nel 1996 nella prestigiosa lista dei 50 giocatori più forti dei primi 50 anni della Nba. Nelle 984 partite disputate Unseld ha segnato in media 10,8 punti, con 14 rimbalzi e 3,9 assist a partita. Nel 1981, dopo il suo ritiro, i Bullets ritirarono la maglia numero 41.Anche vice presidente e allenatore a WashingtonAl termine della carriera da giocatore, Unseld fu per sei stagioni vice presidente dei Washington Bullets, e quindi allenatore della squadra per altre sei annate, dal 1988 al 1994, anno delle sue dimissioni. Il figlio (porta anche il suo nome) è attualmente assistente allenatore ai Denver Nuggets. “Con profonda tristezza dobbiamo condividere la morte del nostro Wes Unseld, scomparso serenamente questa mattina circondato dall’affetto dei suoi cari al termine di una lunga battaglia contro la malattia – e più di recente con la polmonite – si legge nel comunicato della famiglia, postato anche dai Wizards – È stata la roccia della nostra famiglia, patriarca devoto su cui tutti abbiamo sempre fatto affidamento. È stato il nostro eroe, un uomo che ha sempre amato Baltimora e Washington, i posti a cui ha dedicato il suo impegno e la sua vita lavorativa”.
