Da uno dei posti più colpiti dalla pandemia Marco Calvani, allenatore di Bergamo, in A2, affronta l’emergenza chiuso in casa ma collegato con tutto il modo della pallacanestro, come racconta a Camilla Cataldo per il Corriere Adriatico edizione Pesaro.
Quarantena. Sono più impegnato di quando allenavo, ho una rappresentanza di portavoce per i coach di A2, sono molto preso dalla realtà di noi tecnici per capire anche alla luce delle proposte della Lega di trovare una mediazione a riguardo. Mi confronto quotidianamente coi miei colleghi per trovare un pensiero comune che ci porti a un tavolo di trattativa con le proprietà. Guardo gare, faccio scouting, studio aspetti che conoscevo meno. Sento giocatori, staff, addetti ai lavori anche all’estero per trovare una rimodulazione dei campionati.
Selezione naturale. Ci sarà una selezione naturale di chi ha vissuto borderline questi anni. Nella tragedia, ci sarà un momento di ripartenza qualitativa per un sistema basket che negli ultimi lustri non ha manifestato un modello come altri in giro per l’Europa. A mio parere quest’anno non si riprenderà , la salute è prioritaria e oggi non ci sono le condizioni per avere la certezza che presto sarà sistemato tutto. Guardate la Cina, è uscita prima ma non sa quando ricomincerà. Andiamo verso una crisi spaventosa in tutti i settori. Quando le autorità sanitarie diranno che i ragazzi potranno tornare a scuola, sarà l’indice di una ripartenza ma non credo avverrà. E se non ci sarà la sicurezza dall’alto, io non mi alleno.