Davide Micalich, General Manager dell’Apu Udine Basket è stato intervistato da SuperNews ed ha affrontato il tema della chiusura anticipata del campionato, della salute di staff e squadra e di ciò che sono stati i danni economici dopo la cancellazione della stagione.
Sulla cancellazione della stagione.
Quando la FIP ci ha comunicato la chiusura del campionato, eravamo ormai preparati. Eravamo consapevoli del fatto che non ci fosse più margine per ripartire, dal momento che il nostro sport è vincolato ai palazzetti aperti. Sia sotto l’aspetto etico riguardante la salute di atleti e tifosi, sia sotto l’aspetto della sostenibilità economica è assolutamente impossibile ipotizzare una ripartenza. Quella della chiusura del campionato è stata una scelta condivisa.
Promozioni e retrocessioni.
Una stagione di basket finisce quando finiscono i playoff, quindi noi eravamo in una fase interlocutoria della stagione. Credo che se ci dovesse essere qualche mutamento adesso verrà fatto indipendentemente da quello che ha detto l’ultima stagione. Ci dovrà essere una valutazione su quante società potrebbero eventualmente affrontare la Serie A1, su eventuali interscambi tra le Serie A1 e A2, andrà fatta più una valutazione di sostenibilità economica del progetto più che di valore di campo. Bisogna cercare di ripartire, senza farsi prendere dall’entusiasmo di promozioni a tavolino. Bisogna prima capire se ci sono le condizioni di poterle sancire.
L’Apu Udine e i playoff.
La squadra era forte, stava arrivando in forma verso la fase dei playoff, che avremmo sicuramente giocato da protagonisti. Quindi, sicuramente sì, avremmo potuto ambire ai playoff.
Perdite economiche.
E’ difficile quantificare, poiché sono in corso anche delle valutazioni con gli sponsor. Bisognerebbe ipotizzare gli eventuali incassi del botteghino dei playoff. Sicuramente, ci aggiriamo intorno a qualche centinaia di migliaia di euro.
Il futuro della pallacanestro.
Mi inquieta non riuscire a individuare un momento di ripartenza. Quello che è sicuro è che non possiamo ricominciare un campionato senza porte aperte. La Serie A2 non può prescindere dalle porte aperte. Piuttosto, preferiamo ricominciare più avanti, anche a dicembre o gennaio, quando ci sarà concesso di fare campagna abbonamenti e di poter avere il nostro pubblico nei palazzetti.