Alessandra Orsili è intervenuta nell’ultima puntata di WeBasket su Radio1909 condotta da Domenico Bonacorsi e Francesco Strazzari. Ecco un estratto delle sue parole.
Come stai e come sta proseguendo la riabilitazione?
“Paradossalmente, vero che il mio infortunio è fisico ma molto mentale, io sto bene. Anzi vengo da una visita fatta pochi giorni fa al ginocchio nella quale mi hanno detto che le mie condizioni sono più che ottimali. Sto rispettando i tempi.
Però purtroppo a causa del coronavirus ora non posso andare al centro di fisioterapia e quindi mi accontento di lavorare a casa, sperando che tutto si risolva il prima possibile.”
La tua prima stagione in Serie A. Com’è stato l’impatto con il nuovo campionato?
“La mia prima stagione in Serie A coincide anche con il mio primo trasferimento. Escludendo l’infortunio sta andando tutto bene, mi sono trovata benissimo fin da subito con la società, allenatore e compagne di squadra. Il rapporto con le compagne di squadra è importantissimo, la solidarietà che ti danno, il sentirsi apprezzati. A volte è difficile farsi forza da soli.
La prima volta che sono entrata in campo è stato tremendamente spaventoso ma allo stesso modo appagante. Se sono arrivata fin qua significa che il lavoro l’ho fatto e qualche merito me lo riconosco.
Bisogna sempre stare con i piedi per terra e lavorare fino al prossimo obiettivo.”
Da poche ore è giunta la notizia che il massimo campionato di basket (NBA) è stata sospesa per il primo caso di coronavirus. Si sta arrivando purtroppo ad una sospensione definitiva delle competizioni sportive. Nel caso in cui succedesse, da giocatrice, cosa ne pensi?
“Penso che sia assolutamente necessario sospendere. Non ci si può più affidare al pensiero che “i giovani non muoiano di coronavirus” perché non è del tutto vero. Si molti ragazzi giovani sono anche sportivi ma bisogna cercare di evitare la diffusione.
Le strutture ospedaliere non riescono a prendersi cura di tutti i malati dal virus, vengono fatte delle esclusioni e alla fine rischiamo di perdere i nostri cari.
Quello che bisogna fare è ridurre il contagio e sospendere tutto è la soluzione migliore.”
Le giovani ragazze come te stanno facendo un ottimo campionato di Serie A. Quanto conta farsi le ossa in categorie inferiori per poi fronteggiare la Serie A?
“Di nomi di giocatrici talentuose potrei farne una lista infinita a partire dalla mia compagna di squadra Silvia Pastrello, purtroppo si è infortuna anche lei quest’anno, a Nativi, Natali, Panzera.
La 15enne che gioca in A1 (Matilde Villa) che la spiega benissimo.
Credo che sia fondamentale l’avventura nelle categorie inferiori, che ti permettono di sviluppare una personalità che ti forma come giocatrice. Essere catapultati subito nelle categorie superiori, che sono molto dispersive, diventa difficile tracciare delle personalità forti per carisma e atteggiamento.
Ognuno poi fa un percorso diverso e ogni persona e diversa ma credo che sia un percorso importantissimo.”