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Tennis, Matteo Berrettini in semifinale a Stoccarda: l'Italia trova uno specialista dell'erba

Dopo una positiva stagione sul rosso, impreziosita dalla vittoria del torneo ATP 250 di Budapest, Matteo Berrettini ha iniziato al meglio anche il suo primo torneo dell’anno sull’erba. Sui prati di Stoccarda, il tennista romano (sempre più vicino alla top 25 mondiale) ha eliminato in rapida successione Nick Kyrgios, Karen Khachanov (numero 9 del mondo) e stamattina Denis Kudla, con un secco 6-3 6-3. Si tratta della quinta semifinale in carriera per l’azzurro, la prima sull’erba, una superficie sulla quale gli italiani hanno storicamente sempre fatto fatica.

A Wimbledon l’Italia ha raccolto pochi risultati di rilievo anche nell’età dell’oro degli anni ’60 e ’70. In campo maschile, solo quattro volte l’Italtennis ha piazzato un azzurro nei quarti di finale (De Morpurgo nel 1929, Pietrangeli nel 1955, Panatta nel 1979 e Sanguinetti nel 1998) e una sola volta in semifinale, ancora con il grande Pietrangeli nel 1960 che fu sconfitto per 6-4 al quinto set dall’immortale Rod Laver. Dopo l’exploit di Sanguinetti nel ’98, i buoni risultati azzurri sull’erba si contano sulle dita e si limitano a qualche challenger vinto da Massimo Dell’Acqua (Bristol nel 2003) e Daniele Bracciali (Surbiton e Manchester nel 2005), due tennisti dal gioco offensivo e dal gran servizio che ben si adattava all’erba.

A livello ATP, uno dei risultati più prestigiosi l’ha colto Laurence Tieleman, tennista belga naturalizzato italiano  che, sempre nel 1998, ha raggiunto a sorpresa la finale nel torneo del Queen’s partendo dalle qualificazioni. Sempre al Queen’s, l’anno successivo si è fermato solo in semifinale. Negli anni Duemila, la vittoria di Andreas Seppi a Eastboourne nel 2011 rappresenta l’unico trofeo alzato da un azzurro sull’erba.

L’altoatesino in carriera è sempre stato un ottimo giocatore su questa superficie, disputando tre finali e ottenendo buoni risultati anche a Wimbledon. Spiccano gli ottavi di finale raggiunti nel 2013 (dopo aver battuto Nishikori al terzo turno), una delle tre occasioni in cui gli italiani hanno raggiunto la seconda settimana a Wimbledon nell’era Open. In più, Seppi, può vantare di essere stato testa di serie per ben cinque volte a Wimbledon.

In generale, le ragioni di risultati così magri sono principalmente dovuti all’abitudine dei tennisti italiani a giocare sulla terra battuta. L’erba, sulla quale fino a un decennio fa si era costretti a giocare solo serve&volley, imponeva agli azzurri di rivoluzionare completamente la propria attitudine di gioco.  Oggi, però, non ci sono più i prati veloci di una volta e, in più, il gioco di Matteo Berrettini, forte al servizio e nel gioco uno-due, sembra coniugarsi perfettamente alla superficie più rapida. La fase finale del torneo di Stoccarda e Wimbledon ormai alle porte ci dirà se l’Italia avrà trovato finalmente il suo giocatore sull’erba.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/sport/rss2.0.xml


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