RAVENNA – Dopo l’esordio nelle giovanili e la fase coincisa con il ritorno in SuperLega, il tecnico ravennate torna ad allenare la squadra della sua città ma rivestirà anche il ruolo di direttore sportivo e tecnico.
E’ cominciata ufficialmente ieri l’atto terzo di Marco Bonitta sulla panchina della squadra maschile di pallavolo. Il primo è stato agli esordi della sua carriera da allenatore, nel settore giovanile del Messaggero con albo d’oro ricco di trofei.
Il secondo atto è stato il campionato di B1 vinto con il Porto Donati nella stagione 2012/13, che ha portato poi alla formazione, sotto l’egida del Porto Robur Costa, di un’’unica squadra in A1, affidata allo stesso Bonitta.
Il terzo atto sarà nella prossima stagione, in cui il 55enne tecnico ravennate si sdoppierà tra il ruolo di coach della prima squadra e quello di direttore sportivo e tecnico, con il coordinamento del settore giovanile.
“Ho sentito fortissima la fiducia della società, a partire dal presidente Casadio e da Donati, del main sponsor Consar e di tutto il consiglio – rivela Bonitta – dopo la decisione di cambiare la conduzione tecnica e ho cominciato a pensare che era il momento giusto
per riprendere la panchina dove già sono stato. Torno in un altro modo, in un’altra condizione, dopo che avevo interrotto un rapporto nel 2014: e ringrazierò sempre Casadio e Donati per avermi concesso, con grande sensibilità e cortesia, di tornare ad allenare all’epoca la nazionale femminile che doveva giocare i Mondiali in Italia, nonostante avessi ancora due anni di contratto. Per me è come chiudere un altro cerchio, rientro con entusiasmo e motivazioni straordinarie e queste spero emergano fin dai primi giorni di lavoro. Il mio entusiasmo aumenta perché avrò anche il compito di allestire la squadra finendo di fatto per gestire due aree importanti: quella sportiva quotidiana e quella più specifica della composizione del roster. Per l’esperienza maturata in questi anni credo sia un ruolo a me congeniale e con molta consapevolezza so che posso e si possono ricoprire entrambi i ruoli”.
Il presidente Luca Casadio ha motivato così la scelta della società di chiedere a Bonitta uno sforzo ulteriore. “Proseguiamo nel progetto sui giovani che abbiamo avviato anni fa con quella che riteniamo la persona migliore e più adatta per consolidare tale progetto. Il valore di Bonitta come allenatore è noto a tutti, in questi anni ha dimostrato anche di essere un ottimo scopritore di talenti ma poi soprattutto in questa stagione abbiamo tutti notato che gli è tornata anche una grande voglia di allenare, di stare in campo e allora abbiamo deciso di affidargli tutta la parte tecnica, un ruolo alla Ferguson tanto per fare un paragone calcistico che tutti conoscono. Marco ha accettato con entusiasmo di rispondere positivamente ad un nostro desiderio recondito che avevamo sempre avuto”.
Sarà una stagione in cui il Porto Robur Costa andrà in cerca di una nuova bandiera. Non farà, infatti, più parte dell’organico il capitano e Riccardo Goi che ha lasciato Ravenna dopo sei proficue stagioni e oltre 200 presenze con la maglia del club, tutte in SuperLega, e dopo la straordinaria impresa della Challenge Cup vinta nella finale contro l’Olympiacos.
“Goi è un esempio, un ragazzo eccezionale e un giocatore di livello, scoperto da Bonitta – aggiunge Casadio – e da lui voluto a tutti i costi qua. Ci ha dato tantissimo ma anche noi crediamo di avere dato molto a lui, facendolo esordire in SuperLega e dandogli modo di consolidarsi in un palcoscenico nazionale. Salutiamo un atleta esemplare e un ragazzo genuino, e gli auguriamo ogni fortuna e un soddisfacente e fortunato prosieguo della sua carriera”.
Luca Casadio ha poi voluto soffermarsi sul settore giovanile, fiore all’occhiello del club, che anche quest’anno ha prodotto risultati importanti sia sotto il profilo agonistico che sul versante della crescita tecnica e umana dei tanti ragazzi. Con la ciliegina sulla torta della finale nazionale che l’Under 13 3×3 si appresta a disputare, in questo fine settimana, a Cavalese. “Questa qualificazione ci fa particolarmente piacere perché ci dà l’esatta dimensione del lavoro in profondità che è stato fatto. Le buone abitudini non devono essere perse ma questo traguardo da parte dei nostri ragazzi più piccoli ci dice chiaramente che il nostro futuro è ben tracciato”.