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Polonia: Leon si confessa. “Mi avevano chiesto giocare per la Russia… Ma non gioco per soldi”

POLONIA – Sul portale polacco Sportowefakty.wp.pl è uscita oggi una lunga intervista a Wilfredo Leon, prossima stella della nazionale biancorossa di coach Heynen. 

Nel lungo racconto il campione della Sir racconta dei suoi inizi a Cuba, dal desiderio di una esperienza all’estero, di come è iniziato il rapporto con l’attuale moglie polacca, ex giornalista, alla richiesta del movimento russo di vestire la maglia della loro nazionale rifiutata per la volontà di vestire la maglia della nazionale polacca, quella della moglie. 

Qui racconta della sua scelta: “Giocare per soldi e giocare con il cuore sono due cose completamente diverse. Se avessi rappresentato la Russia l’avrei fatto solo per soldi. Ho detto loro che non funziona così e che i sentimenti personali valgono più del denaro. Sapevo che se non avessi potuto giocare con la maglia di Cuba, avrei voluto rappresentare solo il paese di mia moglie“.

Racconta poi come a Cuba, passato a L’Avana da bambino si fosse trovato a “giocare con i giocatori più grandi, dividendosi già a 14 anni tra nazionale maggiore, juniores e prejuniores”. Una situazione che ben presto hanno avuto la meglio con sovraccarico della spalla e della caviglia. Situazione non curata che sento ancora oggi”.

“Il dolore alla spalla era insopportabile. ‘Rilassati, non preoccuparti, mettiti il ​​ghiaccio e gioca! Perché hai bisogno di riposare?!’. Le persone dello staff caraibico mi hanno risposto così. Durante la World League 2012, l’ultima giocata per Cuba, terminata con il bronzo senza l’intenso lavoro dei fisioterapisti non sarei in grado di muovere il braccio, per non parlare di giocare a un tale livello. Non ero in grado di alzare la mano all’altezza delle spalle. Sono stato ignorato, i miei problemi sono stati trascurati. Nessuno ha pensato alla mia salute. Inoltre, c’erano problemi nel riconoscere i premi ottenuti nel vincere i tornei internazionali e la partenza dei giocatori più esperti. Tutto ha avuto un grande impatto sulla mia decisione”. 

Il contatto con la moglie polacca, Malgorzata: Ci siamo conosciuti tramite internet. Era una giornalista allora, scriveva di pallavolo in Polonia. Stava cercando un contatto con me, voleva intervistarmi. Ha scritto, abbiamo iniziato a parlare, il resto è venuto dopo. La prima volta che ci siamo visti è stato durante la World League in Polonia nel 2011. È stata a Cuba in seguito. Inizialmente, era una relazione a distanza, non c’è da meravigliarsi che volevamo essere più vicini”.

Su suo arrivo nella nazionale polacca… Ho detto a me stesso e agli altri giocatori che non vengo come un salvatore o un eroe. Sono solo un altro giocatore che può rafforzare il gruppo e competere per un posto nella squadra. Rafforzare la squadra nel suo complesso è la cosa più importante, perché la pallavolo non si gioca con le individualità. Voglio unirmi a una squadra forte e raggiungere il successo con lei”.

“Non mi sento una stella. Per essere una stella, devi sentirti una stella. Sono molto lontano da questo. Coach Vital Heynen ha annunciato che nessuno ha un posto sicuro in squadra. Tutti devono conquistarselo”. 

Sui giudizi di Ngapeth che recentemente ha detto che Leon non dovrebbe giocare nella nazionale polacca…

“E’ un tema delicato. Bisogna tenere conto del contesto. Il mio non è stato un capriccio, non l’ho fatto per guadagnare di più o per avere più chance di vittoria. Sono stato costretto a decisioni difficili. Ad Earvin ho da dire qualcosa su questo, ma lo farò di persona, non a mezzo stampa. Io non avrei però detto una cosa del genere in un’intervista su di lui“.

Sul contratto con la Sir Safety Conad Perugia: “E’ una cosa privati. Non guardo nel portafogli di nessuno. Nella pallavolo i contratti contengono clausole di riservatezza. Se rivelassi l’ammontare del mio stipendio il mio presidente, Gino Sirci, si arrabbierebbe molto”.


Fonte: https://www.volleyball.it/feed/


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