Tempo dieci giorni e sapremo: il mondo dello sport è in fortissima agitazione e aspetta una risposta dal governo, qualunque sia (e senza tifare per nessuno). In ballo ci sono questioni delicatissime e Giovanni Malagò è fortemente allarmato. “Tokyo 2020 è davvero a rischio”, ha ribadito in un’intervista al quotidiano Tuttosport. E anche i Giochi di Milano-Cortina potrebbero tornare in ballo se davvero il Cio decidesse di sospendere il Coni. E’ assolutamente necessario che un rappresentante del governo sia presente in settembre a Losanna alla riunione che il Cio ha convocato per discutere il caso Italia. La legge delega al governo approvata di recente non sta assolutamente bene agli uomini (di fiducia) del presidente Bach, che non sono di sicuro funzionari di secondo piano come pensa Giorgetti ma dirigenti assai ascoltati. Ci sono correzioni da fare. Se il governo italiano snobbasse il Cio (cosa peraltro abbastanza improbabile) il rischio-sospensione a quel punto sarebbe altissimo: basterebbe la convocazione di un esecutivo e addio Giochi di Tokyo per l’Italia. Certo, gli atleti azzurri potrebbero partecipare all’Olimpiade ma solo sotto l’egida del Cio: le squadre sarebbero escluse. Sinora abbiamo qualificato Settebello, volley maschile e femminile e softball: rischierebbero di stare tutte a casa. Atleti e dirigenti sono già sul piede di guerra. La legge si “deve” cambiare, il Coni è pronto a dare il suo contributo di idee ma chiunque ci sia al governo dovrà farsi parte attiva.
Prima ancora però c’è il nodo di Milano-Cortina 2026: il 27 agosto a Milano è stata convocata una riunione, la prima, del comitato organizzatore olimpico presieduto da Malagò. Ci saranno ovviamente i governatori (Zaia e Fontana), i sindaci (Sala e Ghedina), ci sarà Malagò col suo staff, e ci dovrà essere un rappresentante del governo. “Non sappiamo chi ci sarà dell’Esecutivo-l’allarme di Malagò-se ci sarà e a che titolo vorrà onorarci della sua presenza. Tutto ciò è sinceramente surreale e francamente sconcertante”. Basterà la presenza di un funzionario del Dipartimento sport di Palazzo Chigi? Basterà un tecnico? Da discutere un nodo importante, la tipologia di struttura giuridica del comitato stesso. Ci sono studi di importanti avvocati in merito: va scelto fra una Fondazione, una spa o una srl. Scopo di lucro o senza scopo di lucro? Non è roba di poco conto se si vuole andare avanti spediti con l’organizzazione (come successo sinora).Per quanto riguarda la governance, e la scelta dell’ad, comunque bisognerà aspettare l’autunno, come aveva preannunciato Malagò. Giorgetti inoltre entro Natale aveva promesso l’approvazione della legge olimpica, e anche qui i tempi potrebbero essere stretti. Chiunque ci sia a Palazzo Chigi, a fine mese dovrà occuparsi anche di sport.
Superchampions, Ceferin rinvia l’incontro dell’11 settembre
Il presidente dell’Uefa, Aleksander Ceferin, ha scritto al presidente dell’Eca, Andrea Agnelli, e a quello delle leghe calcistiche europee, lo svedese Lars-Christer Olsson, annunciando il rinvio dell’incontro dell’11 settembre prossimo fissato per discutere insieme il prossimo format della Champions League e delle altre competizioni continentali per club. La Associated Press ha potuto visionare la lettera in cui Ceferin annuncia di aver deciso il rinvio e che spiega che invierà “al più presto un nuovo invito non appena sarà sicuro che siamo pronti per una discussione approfondita”. Il n.1 dell’Uefa aggiunge che “stiamo ancora raccogliendo risposte e pareri da parte delle federazioni nazionali e da altri soggetti coinvolti” e che quindi sarebbe al momento “prematuro affrontare una discussione mentre si stanno ancora analizzando le proposte provenienti dalle varie parti”, anche l’Uefa non “ha fretta di prendere una decisione entro l’anno sulle competizioni del triennio 2024-27” L’incontro dell’11 settembre tra il Comitato Esecutivo dell’Uefa e i vertici di Eca e Leghe Europee era stato fissato dallo stesso Ceferin. Il principale motivo del contendere è il format della nuova Champions, che secondo i critici diverrebbe una competizione d’elite, riservata ad un numero ristretto di grandi club, con riflessi negativi sulle altre società e anche sui campionati. In particolare, molte Leghe e diverse Federazioni, fra cui la Figc, sono fortemente contrarie al progetto, portato avanti dall’associazione dei club europei, che proprio oggi è riunito a Liverpool in un incontro privato.
In calo la violenza nel calcio ma aumentano i Daspo
In calo il fenomeno della violenza nel calcio. Tra l’1 agosto 2018 e il 31 luglio scorso le manifestazioni sportive monitorate con la presenza delle forze dell’ordine sono state 2.562, lo 0,9% in più rispetto alle 2.539 dell’agosto 2017-luglio 2018: le manifestazioni con disordini sono diminuite però del 29,4% (da 17 a 12), quelle con feriti del 15,1% (da 106 a 90). In crescita (del 3,3%) il numero dei Daspo in vigore, che attualmente sono 6.803 (il 96% nel calcio). Dalla prossima stagione norme più severe.