Le reazioni delle azzurre dopo la sconfitta nella finale Mondiale contro la Serbia. Miriam Sylla in lacrime: “Eravamo a un passo dall’oro, ce l’abbiamo messa tutta”. Bosetti: “Fatti innamorare tanti italiani”
Hanno dato tutto sul campo e al termine della finale mondiale persa con la Serbia la tensione si è sciolta in lacrime. Di delusione ovviamente, per una medaglia diversa da quella sperata. L’Italvolley conclude il suo Mondiale giapponese con un argento e la delusione è tanta per un match sfumato al quinto set. “Ce l’abbiamo messa tutta – ha detto Miriam Sylla -. Eravamo a un passo dall’oro. Forse è stata la stanchezza, probabilmente loro sono state più ciniche di noi. Ci ho provato con tutta me stessa. Grazie…”. E le parole lasciano spazio alle lacrime. Anche la capitana, Cristina Chirichella, ha pianto a lungo dopo il match: “Non posso dire di essere contenta adesso, ne riparliamo tra un po’ di tempo”, ha commentato la napoletana. “A mente fredda sono sicura che l’argento sia solo apparenza e che questa medaglia sia d’oro dentro”, ha aggiunto Anna Danesi, preziosa in tutto il torneo con i suoi muri. La consapevolezza è quella di aver regalato gioia a un Paese, di aver riportato in alto uno sport, la pallavolo, spesso soffocata da altre discipline. “Abbiamo fatto innamorare molti italiani – ha puntualizzato Lucia Bosetti -. Speriamo in futuro di salire sul gradino più alto del podio”.
Le parole del ct Mazzanti
Un sogno a cui è mancato solo un piccolo passo. Lo sa bene Davide Mazzanti, deus ex machina del progetto azzurro. “Abbiamo sognato questa partita, anche se le ragazze sono deluse: è normale, non volevano il secondo posto – ha spiegato il commissario tecnico dell’Italvolley -. Rimane il percorso, che è stato fantastico aldilà del colore della medaglia. Abbiamo chiuso il biennio con un argento e questo è incredibile – ha proseguito il Ct -. Mi son preso tanti rischi, ma le ragazze hanno avuto il grande merito di continuare a credere in questo progetto anche quando le cose non andavano. E poi abbiamo fatto il salto di qualità quando contava di più”.