ROMA – Approvato in via definitiva oggi al Senato (154 sì, 54 no e 52 astenuti) il disegno di legge che attribuisce deleghe al governo sulla riforma allo sport ma adesso Tokyo 2020 è a rischio. Il sottosegretario Giorgetti: “Ora c’è la seconda parte del lavoro da fare col Parlamento, i decreti attuativi e legislativi. Lì saranno chiariti anche i dubbi che nascono da un fraintendimento, come dimostra la lettera del Cio”.
E’ arrivata infatti a Giovanni Malagò una durissima lettera (4 pagine) del Cio in cui si esprime “seria preoccupazione” per alcune disposizioni della legge sullo sport attualmente in approvazione al Senato. Nella lettera si segnala che la legge “intaccherebbe chiaramente l’autonomia del Coni” in sei punti”. Il Cio chiarisce di poter adottare per la protezione del “Movimento di un paese, la sospensione o il ritiro del riconoscimento del comitato olimpico”. Dovesse arrivare una sospensione (anche temporale) del Coni, Milano-Cortina 2026 decadrebbe, gli atleti italiani (ma niente sport di squadra, niente volley, settebello, eccetera) andrebbero ai Giochi di Tokyo soltanto sotto l’egida del Cio come “Ioa” (indipendent olympic athlets). Niente tricolore, niente inno di Mameli. Esclusi dal Giappone anche i presidenti federali, tranni quelli che lo sono anche di Federazione internazionale.
Insomma, un provvedimento durissimo già adottato a Kuwait e India. Ma il Coni gode di forte considerazione a livello mondiale, lo stesso Bach è rimasto soddisfatto per il successo italiano (e non svedese) nella candidatura olimpica. Il problema è il governo italiano e la sua volontà di mettere le mani sullo sport, formidabile bacino di voti. La sospensione comunque può essere a tempo, sino a quando non viene ripristinato il rispetto della Carta Olimpica. Il Cio è disposto ad un “incontro congiunto questa settimana a Losanna”. Il governo italiano qualcosa dovrà fare, altrimenti potrebbero cominciare a preoccuparsi anche i governatori leghisti Zaia e Fontana. Malagò stamani ha inviato la lettera dal Cio al presidente Mattarella, alla Casellati, Conte, Salvini, Di Maio, Giorgetti, Bussetti e ai senatori e ai capigruppo dei partiti. Nella notte in commissione cultura e sport sono stati respinti tutti gli emendamenti: il Pd si è opposto con decisione anche in aula. Ma la legge è passata: il governo avrà una ampia delega per scriverla con tutti i decreti attuativi. Alcune cose saranno corrette da Giorgetti. Erroneamente nella lettera di Bach si parla di decreto legge, in realtà si tratta di una legge delega. Il premier Conte il 24 giugno aveva garantito a Bach, quando a Losanna gli aveva fatto notare che alcune cose non andavano bene nella legge italiana, che si sarebbe interessato al suo rientro: questo potrà avvenire solo dopo l’approvazione della legge delega in quanto sarà poi il governo a scrivere la legge vera e propria.
Lega e Movimento 5 Stelle, stavolta uniti, sono andati per la loro strada. Giorgetti a nome della maggioranza ha replicato così al Cio: “Sorprende tutto questo interesse del Cio per una singola parte del provvedimento che riguarda il potere politico del Coni. La lettera, forse scritta da funzionari del Cio, il cui contenuto il governo ha appreso dai giornali, è stata forse un po’ frettolosa visto che molte risposte non solo sono già contenute nelle norme della stessa riforma ma anche negli ordini del giorno del relatore preannunciati ieri sera in commissione cultura su cui il governo darà parere favorevole. E’ quanto si apprende da fonti di maggioranza in risposta alla lettera del Cio. La legge delega, spiegano le stesse fonti, nasce con l’obiettivo di migliorare e favorire lo sviluppo e la crescita delle migliaia di associazioni dilettantistiche sportive, di regolamentare lavoro sportivo (incluso parità uomo donna) e i decreti attuativi che saranno emanati nel prossimo anno recepiranno le osservazioni del Cio e del Parlamento”. Il Cio, nella sua lettera, che assicura non sia affatto “frettolosa” ha spiegato come “le organizzazioni sportive aderenti al movimento olimpico hanno il diritto e l’obbligo di autonomia, comprese la libera determinazione e il controllo delle regole dello sport, la definizione della struttura e della governance”. “I comitati olimpici – sottolinea il Cio – possono cooperare con i governi, tuttavia essi non devono intraprendere azioni contrarie alla carta olimpica”. Prima Sport e Salute, adesso la legge delega al governo: il Coni è stato messo all’angolo e come sostiene il Cio lo sport ha perso la sua autonomia. Francesco Ricci Bitti, stimatissimo da Bach, è preoccupato: “Come previsto il Cio fatto le sue osservazioni, penso che finalmente politici responsabili e competenti come Giorgetti capiscano che uno sforzo di aggiustamento va fatto. Così com’è si tratta solo di un colpo di mano. Che non possiamo accettare”. Giorgetti si è molto preoccupato e ha telefonato ad alcuni membri Cio (italiani) con toni duri.
Non il “riordino” del Coni con decisioni “unilaterali” del governo, ma solo supporto alle sue attività “nella piena ottemperanza della carta olimpica”. Inoltre, il ruolo del Coni non può essere “strettamente limitato alle ‘attività olimpiche'”. Sono solo alcune delle correzioni suggerite dal Cio al Comitato olimpico nazionale in merito alle disposizioni contenute nel disegno di legge sullo sport in discussione ora al Senato. Nella lettera inviata a Giovanni Malagò, il Cio parte proprio da quanto previsto dal Capo I, Art. 1, comma 1 e spiega: “Il Coni non dovrebbe essere ‘riorganizzatò mediante decisioni unilaterali da parte del governo”. Il Coni “dovrebbe essere un’organizzazione autonoma e legittimamente indipendente governata prioritariamente dalla Carta Olimpica e dal proprio statuto”. Inoltre, “la sua governance interna e le sue attività devono essere stabilite e decise nell’ambito del proprio Statuto, e la legge non dovrebbe avere per obiettivo un ‘micromanaging’ della sua organizzazione interna e delle sue attività”. Il Cio suggerisce quindi alcune modifiche: la frase “per il riordino del Comitato olimpico nazionale italiano (Coni) e della disciplina di settore” dovrebbe essere sostituita da un’altra di questo tenore: “per supportare il Coni nelle sue attività, secondo i seguenti principi e criteri direttivi, e solo se nella piena ottemperanza della Carta Olimpica”. Un altro appunto riguarda il Capo I, Art. 1, comma 1, lettera d): “Le aree relative alle attività del Coni e delle Federazioni sportive nazionali dovrebbero essere congiuntamente determinate con essi, in conformità con la Carta Olimpica e gli statuti delle rispettive organizzazioni sportive internazionali alle quali sono affiliate. Inoltre, il ruolo del Comitato olimpico nazionale non è strettamente limitato alle ‘attività olimpiche'”. Tra i vari compiti attribuiti dalla carta olimpica ai Comitati olimpici nazionali, ricorda il Cio, vi è anche quella “di incoraggiare lo sviluppo dello sport d’alta prestazione così come pure dello sport per tutti”. Ma dello sport per tutti si occuperà Sabelli, non Malagò. Il Cio conclude così: “Saremmo grati se lei potesse portare queste serie preoccupazioni all’attenzione urgente delle autorità di Governo e lavorare insieme con loro per perfezionare le disposizioni in questione del disegno di legge ed evitare eventuali complicazioni inutili e/o ulteriori azioni da parte del Cio…”. E’ proprio quella frase, “ulteriori azioni da parte del Cio”, che preoccupa non poco lo sport italiano. Malagò l’aveva detto nell’audizione al Senato: “questa legge ci creerà problemi”. Non gli hanno creduto. E ora siamo a questo punto…