Dal blog di
L’AVANA – Mancano pochi giorni a Robertlandy Simon per tornare ufficialmente in nazionale, indossando la camicia a quattro lettere. È impossibile non associare la sua immagine a quella squadra di Cuba che ricca di giovani se la vedeva con le migliori squadre del mondo.
Il periodo 2009-2013 sono stati anni di pura estasi nella pallavolo cubana maschile. Leal, León, Hernández, Yoandri Díaz, Hierrezuelo, Cepeda hanno segnato un’epoca, forse l’unica pecca nei confronti dei tifosi è stato la mancata qualificazione ai Giochi Olimpici.
Cuba, anno 2011
Oggi la realtà della nostra pallavolo maschile è un’altra, molti volti giovani, praticamente nessuno supera i 25 anni. Le figure emergenti mancano ancora di esperienza, ma a loro favore c’è che nonostante la giovane età si stanno formando in campionati stranieri come quello argentino.
I nomi di Miguel A. López, Marlon Yant, Livan Osoria e la più recente piacevole sorpresa Roamy Alonso () iniziano a entrare con forza nella bocca dei fans.
I ragazzi hanno già dimostrato di avere qualità importanti in tornei in Slovenia e più recentemente nei Giochi Panamericani di Lima.
Il gioco della squadra nazionale trarrà beneficio
Cuba, a Lima 2019
dal contributo del ritorno di Robertlandy, anche se virtù e i difetti di questo giovane gruppo non possono essere cancellati e dovranno essere risolti dal sul Ct.
La forza nel muro e la potenza dell’attacco sono qualità che spiccano nella squadra. Gli aspetti che devono migliorare sono nel servizio, la difesa e l’intelligenza di gioco.
Per l’ennesima volta iniziano a essere scritte nuove pagine della pallavolo cubana. Con un veterano considerato dagli esperti il miglior centro del mondo, “el hijo de la Piedra” Simon avrà sulle sue spalle la responsabilità di guidare questi giovani e talentuosi leoni caraibici che cercano di farci sognare di nuovo.