Ufficio Stampa Siena
Di Redazione
Bruno Bagnoli “lascia” l’incarico di primo allenatore per ricoprire il ruolo di direttore tecnico del settore giovanile alla Calzedonia Verona. A riportarlo oggi è il quotidiano “L’Arena” che è andato ad intervistarlo.
È un gran ritorno: Bruno Bagnoli torna a casa, alla Bluvolley. Sarà il direttore tecnico del settore giovanile. Dopo sei anni, il coach che ha fatto la storia della pallavolo scaligera rivestirà di nuovo la maglia gialloblù.
Ora Bagnoli è tornato, nel frattempo ha allenato a Siena e a Sora e adesso è pronto a rimettersi in gioco la dove tutto cominciò 26 anni fa. Ed è veramente entusiasta. Sarà operativo già oggi per iniziare a realizzare con Paolo Fasoli, il responsabile del settore giovanile, la nuova struttura organizzativa dove coltivare giovani talenti da fare crescere e lanciare, nel tempo, in prima squadra.
Qual è l’idea di partenza? “Con Fasoli vogliamo creare le condizioni affinché, se ci saranno dei giovani di qualità sul territorio, possano, tramite l’under 14, l’under 16 o l’under 18, trovare terreno fertile per arrivare al top, quantomeno nelle posizioni di rincalzo. Per questo motivo gli allenatori dovranno parlare la stessa lingua in maniera tale che se ci sarà qualche giocatore di interesse nazionale potrà sviluppare il suo potenziale nel miglior modo possibile. Si tratta di organizzare una struttura simile a quella della prima squadra con regole ben precise: forte identità societaria, attitudine dei ragazzi all’allenamento e al miglioramento. E linee tecnico-tattiche simili e compatibili con quelle di Calzedonia. Non squadre diverse una dall’altra e allenate da coach non coordinati, ma una organizzazione unica dove tutti seguono la stessa strategia e lo stesso percorso affinché un ragazzo trovi continuità tra under 14, 16 e 18”.
Il tuo ruolo nello specifico come si concretizzerà? “Nella direzione tecnica. Dovrò occuparmi della realizzazione di questa struttura e della formazione degli allenatori. Dovremo valutare tutta una serie di coach inclini a lavorare in team affinché applichino le stesse metodologie e non ci siano differenze tra le diverse categorie, tenendo però bene a mente i diversi approcci da utilizzare a seconda dell’età dei ragazzi. Vogliamo che si sviluppi all’interno del settore giovanile una forte identità societaria e un’unità d’intenti. Dovremo fare gruppo tra tutti gli allenatori e tra tutti i dirigenti”.
Il settore giovanile che squadre comprende? “La squadra di punta sarà l’under 18 con alcuni fuori quota che farà il campionato di serie B. Poi un paio di under 16 e un paio di under 14. Dovremo cercare di avere una base larga per poi, piano, piano, arrivare a fare una selezione man mano che si salirà di categoria”.
Quindi niente femminile, solo maschile. “Si, stiamo parlando solo del settore maschile”.
Ci sono elementi interessanti nel settore giovanile veronese? “Si, alcuni elementi ci sono. Ora la prima squadra affidata a Stoytchev non ha giovani provenienti dal settore giovanile e l’obiettivo, nel giro di qualche anno, è di portare alcuni di questi ragazzi fino alla Superlega. I modelli vincenti da seguire sono stati quelli di Cuneo, di Treviso e poi di Trento”.