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Bergamo: Ufficiale, ecco il tecnico. Torna Marcello Abbondanza

BERGAMO – Anticipato , ecco che oggi la Zanetti Bergamo ufficializza l’arrivo sulla panchina orobica di Marcello Abbondanza, nuova guida tecnica per la stagione 2019-2020.

Il Direttore Generale Giovanni Panzetti annuncia il primo passo in vista del nuovo campionato: “Si è scelto un cambiamento. Ringraziamo Matteo Bertini per il lavoro svolto nella passata stagione e gli auguriamo di proseguire con successo la sua carriera. Il Volley Bergamo ha però scelto di cambiare strategia e di affidare la guida tecnica a Marcello Abbondanza che è per la nostra Società un volto noto e un gradito ritorno”.

L’allenatore romagnolo, nella passata stagione sulla panchina polacca del Chemik Police, si presenta a Bergamo con un ricco palmares. Abbondanza torna infatti nella Società dei suoi inizi dopo quattro Scudetti, due in Turchia, uno in Azerbaijan e uno in Polonia, due Coppa CEV, 5 coppe nazionali tra Italia, Turchia e Polonia e due particolari primati: nella stagione 2017-18 stabilisce il record di nove finali scudetto consecutive in quattro campionati diversi, serie iniziata nella stagione 2009-10 in Italia e proseguita negli anni successivi in Azerbaigian, Turchia e Polonia, nel 2016 disputa la sua terza final four di Champions League raggiunta con tre squadre diverse.

E ora il nastro si riavvolge e Marcello Abbondanza torna dove era partito. Dal 1998 a oggi. Il passato che si tuffa nel futuro. La prima sensazione?

“La pelle d’oca. Io sono nato qui pallavolisticamente, la mia formazione è stata fatta a Bergamo, un vita fa, con dei compagni di viaggio importanti. Furono due anni meravigliosi perché vincemmo tanto e perché stavamo molto bene fra di noi. E c’erano tante persone che a distanza di 22 anni ancora rivedo e con cui parliamo e condividiamo i ricordi come fosse ieri. E’ la prima volta che mi capita di vivere una situazione così”.

Perché pensi che questo sia il momento giusto per tornare? “Non so se è il momento giusto. So che è il momento. La Società viene da alcuni anni di obiettivi non raggiunti e in cui non è stata all’altezza della Storia e del Nome. Ma credo che la storia si chiami così perché è passata e deve essere una bella benzina per provare a fare qualcosa di importante. Deve essere un esempio per il futuro, però allo stesso tempo bisogna scrivere delle nuove pagine. Quindi venire in questo momento per provare a scriverle è per me molto stimolante”.

Come ti troveremo cambiato da quel 1998? “Totalmente. Logicamente lo stampo è quello, mi hanno fatto così e così sono. Ma sono cambiato molto, ho avuto esperienze importanti: credo che il mio più grande cambiamento sia stato quando ho deciso di lasciare l’Italia. Ho cominciato a vedere la vita prima di tutto e poi la pallavolo in un’altra maniera e sono cambiato come essere umano. Ora ho una famiglia, due bimbi, e questo ti cambia ancora di più. Non è cambiata la passione, perché è la stessa di quegli anni a Bergamo, però prima c’era un ragazzo che doveva imparare, ora invece, pur avendo ancora bisogno di imparare, credo di avere fatto un percorso che mi ha portato ad avere un’identità molto più forte”.

Parlando con il Presidente Bonetti e il Direttore Generale Panzetti cosa vi siete raccontati? “Abbiamo ricordato il passato. Abbiamo più che altro parlato di quello che è stato e dei tanti ricordi comuni. Non mi hanno posto obiettivi, ma credo che non ce ne fosse bisogno.L’obiettivo credo che sia chiaro: dobbiamo provare a centrare i play off prima di tutto e poi capire, durante la stagione, quello che la squadra possa fare. Ancora dobbiamo definire alcuni dettagli e sarà una squadra logicamente che risponderà ad un budget normale. Una squadra che dovrà cercare delle scommesse. E in base a quante scommesse vinceremo, si definirà quale sarà la nostra posizione. E in base, ovviamente, anche a quello che faranno gli altri, perché il Campionato italiano è estremamente competitivo adesso”.

Si punta molto su di te. Su quello che puoi dare in più. Quasi tu fossi un top player. Quanto pesa la responsabilità? “Non mi è mai pesata. Sono stato in club molto importanti e molto stressanti, non ultimo il Fenerbahce a Istanbul, con tantissimi tifosi… E mi sono allenato alle pressioni. Ma soprattutto sono nato qui: quando ero a Bergamo in quegli anni, la pressione ce l’avevi ogni giorno che aprivi gli occhi. Dovevi imparare a gestirla: ricordo la prima stagione che finii qui, quando per dieci giorni avevo avuto la febbre. Ed ero il terzo allenatore… E’ diventato normale a Bergamo, per me, non sentire la pressione. Anche perché è una bellissima cosa, se è una pressione positiva. Quella negativa crea problemi, in tutti gli ambienti lavorativi. Qui ho imparato cosa è, quindi non l’ho mai sentita e non la sento neanche adesso”.

Di che cosa ha bisogno Bergamo per rilanciarsi? “Secondo me di serenità e di lavorare bene. Logicamente di usare il passato nella maniera giusta. Non di usare il passato come confronto per quello che deve essere il presente o il futuro, ma di usarlo per prendere esempio di quello che è stato e prendere energia per quello che si dovrà fare”.

Come inizia la programmazione della nuova avventura? “Confronto con lo staff, conoscerci e programmare il periodo migliore per iniziare. Prima però finire la squadra, con due-tre dettagli da definire. Poi sentirò le ragazze. Non subito: ora devono vivere la Nazionale o i loro impegni estivi. E poi dovremo capire, quando l’organico sarà definito, se avremo la possibilità di iniziare con un blocco importante. E quindi pensare solo a cominciare a lavorare”.


Fonte: https://www.volleyball.it/feed/


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