ROMA – Maria Sharapova potrebbe ritirarsi a fine stagione. Sono insistenti i rumors che vogliono la tennista russa fuori dal circuito per la prossima stagione. La tennista, nata il 19 aprile del 1987, è una delle dieci giocatrici della storia del tennis ad aver completato il Career Grand Slam (cioè ad aver vinto almeno una volta tutti e quattro i tornei dello Slam) ed è stata la prima numero uno di nazionalità russa nel ranking mondiale e la seconda giocatrice più giovane di sempre dopo Martina Hingis a vincere Wimbledon nell’era Open. Era il 2004 e, a sorpresa, Sharapova battè la testa di serie Serena Williams in finale con un rotondo 6-1, 6-4.
Iniziò così una delle più grandi rivalità sportive nel mondo del tennis femminile. La sua carriera in costante ascesa, le vittorie sul campo e i contratti milionari per i servizi pubblicitari ne hanno fatto per 11 anni consecutivi l’atleta donna più pagata la mondo, dal 2004 al 2015. Nel 2005 divenne numero uno nel ranking, regno che durò solo una settimana. L’anno dopo, sul cemento americano, vinse gli U.S Open in finale contro Justine Henin-Hardenne, in una sfida equilibrata che vide la tennista russa primeggiare con un doppio 6-4, conquistando così il secondo slam in carriera.
Nel 2008, dopo essere uscita dalla top five e aver subito un infortunio alla spalla che l’aveva costretta a saltare buona parte della stagione, centrò il terzo Slam in carriera. Sharapova vinse gli Australian Open in finale contro la numero 4 Ana Ivanovic. Nello stesso anno indossò per la prima volta la maglia della Russia ed esordì in Fed Cup ma durante gli Open del Canada dovette annunciare il ritiro per una ricaduta alla spalla. Per questo motivo saltò Olimpiadi, US Open e il resto della stagione. Ritornò in campo nel 2009 e nel 2010 chiuse in 18esima posizione del ranking mondiale. Nel 2011 risalì la Top Ten fino a chiudere come quarta. Al Roland Garros del 2012 arrivò come testa di serie numero due. Battè in finale Sara Errani 6-3, 6-2 conquistando così l’unico slam mancante e la nuova vetta del ranking mondiale.
Dopo un nuovo acuirsi dell’infortunio, tornò a trionfare in Francia. Agli Open del 2014 battè in finale Simona Halep in tre set conquistando il quinto slam in carriera. Nel 2015 si rinnovò lo scontro con Serena Williams. Le due si sfidarono agli Australian Open in finale ma la statunitense ebbe la meglio anche questa volta. Nello stesso anno raggiunse anche la prima finale di Fed Cup, sconfitta al doppio decisivo dalla Repubblica Ceca di Petra Kvitova.
Nel 2016 dichiarò in conferenza stampa di essere stata trovata positiva ad un test antidoping durante gli Open australiani per l’assunzione del farmaco Meldonium. Fu squalificata per un anno e tre mesi, con uno sconto della pena rispetto ai 24 mesi iniziali, e tornò a giocare nel 2017. Aprì il nuovo anno con il rientro nel ranking mondiale Wta e a Tianjin conquistò il 36esimo titolo del circuito femminile. Nel 2018, in occasione degli ottavi di finale del Roland Garros, avrebbe dovuto affrontare di nuovo Serena Williams. Sarebbe stata la 22esima sfida tra le due. I precedenti parlano americano con uno schiacciante 19-2 per Serena. La sfida non ci fu per il ritiro della statunitense.
Il rapporto complesso fra le due atlete lo spiega proprio la russa nel suo libro “Unstoppable” partendo dalla finale di Wimbledon vinta nel 2004: “Quando il match finì Serena mi abbracciò e mi disse: “ben fatto”. Mi sorrise, ma dentro di sé era furiosa. Ero nello spogliatoio dopo il match e l’ho sentita piangere, singhiozzare. Me ne sono andata il prima possibile, ma lei sapeva che io fossi lì dentro. Le persone mi chiedono come mai io abbia tutti questi problemi con Serena: i miei precedenti con lei sono 2-19. Per me, la risposta è in quello spogliatoio. Penso che Serena mi abbia odiata da quel momento, quella ragazzina magrolina che l’aveva battuta contro ogni pronostico sul centrale di Wimbledon. Soprattutto però pensa che mi abbia odiata perché l’avevo sentita piangere nello spogliatoio. Non molto tempo dopo, ho sentito che Serena aveva detto ad una sua amica: “Non perderò più contro quella piccola stronzetta”.