Bianca Andreescu ha conquistato gli US Open femminili, battendo 6-3, 7-5 Serena Williams, che manca ancora una volta l’appuntamento con il 24° titolo Slam che le avrebbe consentito di eguagliare il record di Margaret Court. Andreescu, che da lunedì sarà n° 5 del mondo, diventa la prima canadese a vincere uno Slam, lei che l’anno scorso di questi tempi era fuori dalle prime 200 del mondo e perdeva al primo turno di qualificazioni. La 19enne, che in questa stagione aveva già conquistato Indian Wells e Toronto, spezza così il sogno di Serena Williams, costretta ad incassare il quarto ko consecutivo in una finale Slam dopo Wimbledon 2018 e 2019, US Open 2018. In generale, l’americana non vince un Major da Melbourne 2017, quando era già incinta della piccola Olympia: negli ultimi tre anni, il suo bilancio nelle finali Slam recita un pessimo 2-5.
Williams-Andreescu, la cronaca
Nel primo set Serena comincia in modo negativo, perdendo subito la battuta. Sotto gli occhi di tante celebrità (Spike Lee, la principessa Meghan, Anne Wintoure), l’americana non riesce a fare male all’avversaria e sbaglia tanto sia al servizio che con il diritto, subendo il break del definitovo 6-3 anche nell’ultimo gioco del parziale. La Williams parte malissimo anche nel secondo set, perdendo ancora una volta la battuta a causa di un doppio fallo e sprofondando subito 0-2. Come una leonessa ferita, la 38enne statunitense recupera subito il break al termine di un 3° game infinito (12 punti e 7′), facendo impazzire l’Arthur Ashe Stadium, caldo come il Maracanà. Quando tutto sembra pronto per la riscossa, però, Serena ha un nuovo improvviso black-out va sotto 1-5. Qui comincia un’altra partita, con l’americana che a braccio sciolto piazza un parziale di 10-1 che le consente di annullare un match point e recuperare i due break di svantaggio. Andreescu gioca contro sé stessa e contro i 25mile del Centrale, non si scompone e strappa ancora una volta la battuta alla rivale, chiudendo 7-5 e portando a casa il suo primo Slam a 19 anni. Per Serena, invece, l’incubo continua.