Il trionfo NCAA e il sogno Wimbledon
La marcia nella stagione NCAA ha registrato solo due stop prima di un trionfo esaltante, tuttavia Jubb è tornato in patria dall’inizio della parentesi sull’erba. Strappato un set a James Ward (numero 205 Atp) al Challenger di Surbiton, superato un turno a Nottingham e ben due a Ilkley (battuto il n. 115 Thiago Monteiro). E soprattutto, sulla strada del tabellone principale all’Atp 250 di Eastbourne, Paul si è sbarazzato di Istomin e di un top 100 come Rublev (78° posto in classifica) prima di cedere contro Fritz all’esordio. Insomma, un impatto da applausi sull’erba per il ragazzo che ha in Djokovic il suo modello: “Amo il suo stile, elegante e semplice. L’ho seguito per tanto tempo e mi sento a mio agio nel replicarne la risposta al servizio”. Chissà se avrà la fortuna d’incrociarlo, appuntamento storico per Jubb che ha deciso di non instascare il prize money di Wimbledon (45mila sterline in caso di sconfitta al primo turno): la volontà è quella di restare dilettante per continuare l’Università dove dovrebbe terminare gli studi nel 2020. Le regole accademiche prevedono che potrà essere rimborsato solo per viaggi, allenamenti e pernottamenti: “Sono felice di questa incredibile opportunità – ha spiegato -, da ragazzino cresciuto ad Hull è stato uno splendido sogno arrivare fino a qui. Ho ancora tutta la mia carriera davanti e questo è ciò che mi emoziona di più“. Tornerà negli Stati Uniti dopo Natale per conseguire la laurea come ha spiegato nonna Valerie, figura centrale nella sua vita quanto lo sport: “Il tennis l’ha tenuto occupato a non smarrire la retta via -, le sue parole al Mirror -, tuttavia non sarò presente sugli spalti a Wimbledon. I biglietti costano mille sterline, non posso permettermeli. Ma non posso descrivere quanto sia orgogliosa di lui, farò il possibile perché la fama non lo cambi”. Un sogno divenuto realtà per entrambi, Paul e Valerie, più forti delle difficoltà incontrate nella vita.