Il percorso di Andrea Basso
Andrea sorride e non ci crede: “Ero titubante, non ero neanche sicuro di giocare”. Invece sì godrà una gara storica sotto lo sguardo della fidanzata e dei genitori, dopo un’impresa nata per caso: Andrea vince il torneo Open al Green Park di Rivoli, la stessa squadra di Lorenzo Sonego, e arriva a Roma senza aspettative. Da 419esimo al mondo.
Batte Trusendi al terzo turno, Brancaccio nei quarti e il suo amico Jacopo Berettini in semifinale, sotto gli occhi del fratello Matteo reduce da due finali di fila,: “È stata dura, ma alla fine sono qui”. Al Pietrangeli si sfidano Sinner e Musetti, Andrea conquista la finale al campo 1 ma vola subito a riposare, non si guarda neanche un game. Li conosce bene.
Tifa Samp, si ispira ad Agassi
Il dritto finale è un inno a chi ce l’ha fatta pur mantenendo un low profile. Quando gli chiedono chi preferisce tra McEnroe e Borg sceglie lo svedese: “Sono tranquillo come lui”. Roger Federer è il suo punto di riferimento, ma si è sempre ispirato ad Andre Agassi, con un occhio fisso alla sua Samp: “Sono cresciuto con Flachi e Bazzani, Cassano e Pazzini, da ragazzino andavo sempre al Ferraris con i miei, ora vado ogni tanto con la fidanzata”.
Cuore blucerchiato, tennista grazie a papà, l’ex maestro che l’ha instradato quando aveva 4 anni. Ha provato il nuoto, il calcio e alla fine ha scelto il tennis. Una strada giusta, piena di sacrifici, e oggi ripagata con il main draw degli Internazionali di Roma. Merito di un allenatore testard e di una forza mentale finalmente ritrovata, dopo un po’ di pioggia.