Matteo Berrettini ha cominciato a fiutare aria di impresa ancora prima di scendere in campo a Wimbledon. Esattamente una settimana fa, il forfait di Coric lo spostava dalla parte del tabellone di Sua Maestà Roger Federer per un possibile incrocio agli ottavi. Si sognava un lunedì 8 luglio da fenomeni, tra il Centrale e il Court 1, magari contro l’otto volte vincitore del Championships, dominatore dal 2003 al 2007 e poi ancora 2009, 2012 e 2017. Il romano, classe 1996, aveva appena 7 anni quando lo svizzero si imponeva per la prima volta nello Slam più prestigioso. Lunedì, ovviamente sul centrale (sarà il terzo match) e ovviamente in diretta e esclusiva su Sky Sport proverà a mettere i bastoni tra le ruote al più grande, che ogni volta che scende in campo infrange record su record. Sarà una sfida generazionale, con ben 15 anni di differenza: Berrettini è il secondo giocatore più giovane tra i migliori 16 di Wimbledon dopo il francese Humbert, Roger invece il più anziano con le sue (quasi) 38 primavere.
Berrettini, erbivoro e cannibale
L’Italia non è mai stata un paese di erbivori. A Wimbledon le soddisfazioni si contano sulle dita di una mano: Matteo Berrettini, grazie ai 3 match point annullati a Schwartzman, è diventato il quinto azzurro a centrare gli ottavi a Wimbledon nell’Era Open dopo Panatta nel 1979, Sanguinetti nel 1998, Pozzi nel 2000 e Seppi nel 2013. Come massimo traguardo, bisogna invece risalire al mitico Nicola Pietrangeli, fermato in semifinale nel 1960. In questa stagione sui prati il romano (alla seconda presenza a Londra) ha vinto il titolo a Stoccarda ed è stato semifinalista ad Halle: complessivamente sull’erba ha giocato 13 match, Davis contro l’India compresa, perdendone soltanto uno, ovvero la semifinale di Halle contro Goffin. Quel match ha ‘evitato’ il primo scontro con il Re svizzero, con cui non ci sono precedenti.