Matteo Berrettini entra nello storia del tennis italiano conquistando i quarti di finale degli US Open, quarto e ultimo Slam della stagione, in corso sui campi in cemento di Flushing Meadows a New York. Il 23enne romano, 25 del ranking mondiale (ma entrerà nei Top 20) e 24^ testa di serie, ha battuto 6-1, 6-4, 7-6 in poco più di due ore di gioco il russo Andrey Rublev, numero 43 Atp, che a Flushing Meadows aveva già raggiunto i quarti due anni fa (eliminato da Nadal) e che a Cincinnati aveva liquidato un certo Roger Federer in appena 62′ di gioco. Matteo conquista così i quarti di finale di uno Slam per la prima volta in carriera, dopo gli ottavi centrati al Roland Garros 2018 e a Wimbledon 2019. Berrettini diventa anche il secondo italiano di sempre ad entrare nei migliori 8 dello Slam americano dopo Corrado Barazzutti nel 1977, anche se all’epoca si giocava sulla terra verde. Il tennista allenato da Vincenzo Santopadre attende ora il vincente del match tra il francese Gael Monfils, 13^ testa di serie del seeding, e lo spagnolo Pablo Andujar (70).
Berrettini perfetto, Rublev ko in 3 set
Berrettini esce sul Louis Armstrong, campo calcato per la prima volta in carriera, senza tradire la minima emozione. Memore delle gambe tremanti sul Centrale di Wimbledon contro Federer, gioca un primo set praticamente perfetto: appena 4 punti persi al servizio, il doppio dei punti (30-15) e ben due break rifilati a un giocatore che non aveva mai perso la battuta nei tre precedenti match. L’ovvio risultato è il 6-1 che lascia il ‘principino’ senza parole. Il diritto del romano è una sentenza, ma anche le varianti in back e in slice costringono l’avversario a un game-plan complicato: arriva così un altro break in apertura di secondo set che consente a Berrettini di portare a casa anche questo parziale per 6-4. Rublev sale di livello nel 3° parziale, ma l’azzurro è chirurgico nei rari momenti di difficoltà, piazzando il decisivo break nell’11° game. Matteo va a servire per il match sul 6-5, ma accusa un po’ l’emozione e perde per la prima volta la battuta (decisivo un doppio fallo). Si va al tie-break, vinto 8-6 dall’azzurro, che può gioire e ricevere la meritata standing ovation degli 11mila del Louis Armstrong.