Esistono molti modi per dire “grazie” in giapponese, da quello che si pronuncia come un tipo di pasta italiana a quello che si utilizza quando si arriva al succo del problema. Hiroto Saikawa non ha detto “Arigatò” davanti ai 2.800 partecipanti all’assemblea generale dei soci che lo ha riconfermato amministratore delegato Nissan, nonostante proprio lui si fosse opposto a far confluire il marchio giapponese nella grande fusione voluta da Renault e FCA. Saikawa si è divertito con il doppio senso che c’è nel pronunciare la parola “Ookini“. Che può stare per un “grazie” quasi ironico o per quel “prego” di chi si risponde ad uno sgarbo con un dispetto. “Abbiamo rinviato le discussioni sul futuro dell’alleanza con Renault, ma questo rinvio può portare a un indebolimento della cooperazione e influenzare le operazioni su base giornaliera. Abbiamo bisogno di trovare una struttura che renda sostenibile l’alleanza. Dobbiamo rivedere la partecipazione incrociata. Se lo squilibrio diventa un fattore di instabilità, allora metteremo la questione sul tavolo“.
La partita giocata tra Parigi e Yokohama arriva così ad un finale inatteso per Renault, che vede messo in discussione il suo ruolo guida nella ventennale alleanza con Nissan, uscendone molto ridimensionata.
Secondo l’accordo raggiunto e approvato oggi, infatti, il presidente del gruppo francese Jean-Dominique Senard e il capo esecutivo Thierry Bolloré siederanno in due dei tre comitati istituiti per rafforzare i controlli interni, voluti da Saikawa per chiudere definitivamente con l’era di Carlos Ghosn e della gestione accentrata nelle mani di uno solo. Ma in questa maggiore condivisione dei poteri, Renault guadagna solo l’occasione per una ritirata. “Non ho avuto intenzioni aggressive, mi scuso di nuovo se avete provato risentimento nei miei confronti“, questo il passaggio più significativo dell’intervento proprio di Jean-Dominique Senard davanti ad azionisti che lo hanno bersagliato di critiche per aver messo in atto “furbizie alla francese”, continuando a trattare con FCA lontano dai riflettori senza occuparsi piuttosto di riequilibrare i rapporti di forza con Nissan a vantaggio di quest’ultima, che possiede solo il 15% di azioni di Renault, mentre il marchio francese controlla il 43% del capitale dell’azienda giapponese. Con un ruolo da primo azionista estero diventato in queste settimane per il governo di Shinz? Abe addirittura un potenziale problema di lesione degli interessi nazionali. “Considero ancora la fusione con Renault e quindi con FCA un progetto non competitivo per Nissan”, conclude infatti Saikawa aspettando l’esito del G20 di Osaka in programma il 28 giugno. Nell’agenda dell’incontro bilaterale tra Macron e Shinz? Abe spicca infatti la questione Nissan, le nuove relazioni da costruire con Renault e le esigenze di autonomia del costruttore nipponico. Che ringrazia delle attenzioni, prosegue per la sua strada e svuota definitivamente di senso le speculazioni su un futuro della trattativa tra Renault e FCA. Almeno come alcuni hanno inteso imporla al partner giapponese fino ad oggi.