in

Opel, 90 anni fa la RAK 2 sfrecciava per il record

La storia che conosciamo oggi è iniziata novant’anni fa. Parliamo di Opel, e di una ricorrenza speciale da celebrare. Tutto inizia l’11 aprile 1928, una data storica per il marchio. Sul circuito di prova della Casa automobilistica tedesca, debutta la RAK 1, un’automobile avveniristica per l’epoca per la presenza di un innovativo sistema di propulsione con motore a razzi che permetteva al veicolo di accelerare da 0 a 100 in appena 8 secondi. L’esordio fu un successo, un trionfo tecnologico esaltato dalla stampa con la Opel che decise di implementare ulteriormente le sperimentazioni.

Fritz von Opel, pilota di famiglia

Un mese dopo, il debutto della RAK 1, circa 3.000 spettatori in rappresentanza del mondo della finanza, dello sport, della scienza e della politica si radunarono nella tribuna del circuito dell’Avus, nei pressi di Berlino, per assistere alla performance della RAK 2, un veicolo ancor più avanzato nella tecnologia e nell’aerodinamica. Progettata da Max Valier, uno dei pionieri del settore missilistico e dal costruttore di razzi, Friedrich Wilhelm Sander, la Rak 2 era montata sul telaio di una Opel 10/40 HP. Dotata di due grandi ali rovesciate per compensare la portanza ed evitare il sollevamento, il veicolo era spinto da 24 razzi, azionabili da un dispositivo/detonatore elettrico a pedale, in grado di produrre una spinta di 6000 kg. La velocità massima stimata era di 200 km/h, un dato destinato a cambiare.

Il pilota della RAK 2 sul circuito dell’Avus era Fritz von Opel, nipote del fondatore del marchio tedesco. L’esibizione fu un altro trionfo. La Rak 2 raggiunse i 238 km/h, una velocità record e talmente alta da far sollevare la parte anteriore dell’auto. Solo la prontezza di Von Opel permise di tenere allineata la Rak 2 ed evitare una possibile catastrofe.

Fu solo il primo dei record

“Premo il pedale dell’accensione e sento i razzi ruggire alle mie spalle e spingermi in avanti. E’ una sensazione liberatoria . L’accelerazione mi eccita. Smetto di pensare. Mi affido al solo istinto mentre una forza incontrollabile esplode dietro di me.”, queste le parole di Fritz Von Opel al termine dell’esibizione berlinese che gli valse l’appellativo di “Fritz il Razzo”. Ma non era finita.

Un mese dopo, nel giugno 1928, Von Opel stabilì un altro record di velocità con il veicolo ferroviario, sempre alimentato a razzi,  RAK 3 (256 km/h) su un tratto chiuso nei pressi di Celle-Burgwedel. Le sperimentazioni proseguirono ma il tentativo di superare ulteriormente il record si infranse con l’esplosione della RAK 4. Da allora, le prove su automobili e moto a propulsione speciale si fermarono in quanto ritenute troppe pericolose.

Tra voli e razzi

L’11 Giugno 1928, poco dopo il record di velocità stabilito da Von Opel con l’auto a razzi, il tedesco Friedrich Stamer volò su un aliante dotato di razzi per circa 1.5 km. Il secondo tentativo si concluse con l’esplosione del mezzo senza conseguenze per il pilota che riuscì ad atterrare in tempo.

Il progetto dell’aliante era finanziato sempre dalla Opel con il contributo, nella realizzazione, di Sander, lo stesso costruttore che aveva partecipato al record della RAK 2. A questo punto Fritz Von Opel decise di coinvolgere Sander in un esperimento di volo vero e proprio con un aeroplano in grado di supportare la propulsione a razzo. I due si associarono con l’americano  Julius Hatry.

La prima prova venne effettuata il 29 settembre 1929 in un campo nei pressi di Rüsselsheim alla presenza di un fotografo del New York Times. Furono montati 100 razzi cilindrici nella parte posteriore di un aereo fornito da Hatry. Il tentativo fallì miseramente con il velivolo incendiato ancor prima del decollo.

Von Opel, tuttavia, non si arrese.  il 30 Settembre 1929, l’aeroporto di Rebstock di Francoforte, venne scelto per un ulteriore tentativo di volo. L’aereo scelto venne caricato con meno peso rispetto al precedente (16 razzi anziché 100). Nonostante la propulsione controllata con l’accensione dei razzi uno alla volta, l’aereo non riuscì a sollevarsi da terra. A questo punto, Sander decise di diminuire ulteriormente il carico dei razzi, portandoli a 11. Von Opel salì a bordo, riuscendo a volare per 80 secondi ad un’altezza di 25 metri dal suolo con una velocità di 150 km/h. Tentativo riuscito ma non senza conseguenze. A causa del rapido esaurimento del carburante, Von Opel fu costretto a un atterraggio di emergenza con l’aeroplano che si distrusse.

L’epoca dei razzi, applicata all’aviazione, era ufficialmente iniziata grazie a Opel. La grave crisi finanziaria del 1929 che coinvolse la Germania e il mondo intero, tuttavia, pose fine alle sperimentazioni di Opel nel settore.


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/motori


Tagcloud:

La Lube Civitanova stipula un accordo triennale di collaborazione con la Roomy Catania

Il nuovo ritorno di Mitar Djuric: “Solo a Trento mi sento davvero a casa…”