ROMA – Luca Cordero di Montezemolo ricorda Niki Lauda, . «Grande e vero amico da cinquant’anni, ti penso tanto e la tua scomparsa lascia un enorme vuoto dentro di me», ha detto. «Con te ho vissuto alcuni dei momenti più belli della mia vita, abbiamo condiviso tante e siamo sempre stati uniti da grande affetto, anche quando ci siamo trovati a competere in campi avversi. Sei stato un grande Campione, un Campione del Mondo in pista e fuori, un amico sincero, un uomo diretto e leale. Sono vicino con grande affetto ai tuoi figli e a tua moglie e invito tutti i nostri tifosi a rivolgere un ultimo grande applauso a te, indimenticabile Campione».
IL RICORDO DEGLI EX-PILOTI – «Ti svegli il mattino, guardi fuori.. piove. Che giorno triste. Poi leggi le notizie e scopri che è morto #NikiLauda, uno dei tuoi eroi da sempre. E allora sì, è davvero un giorno triste! Godspeed Niki», ha scritto su Twitter l’ex pilota di Formula 1, Alex Zanardi. «Caro Niki, grazie per tutto quello che hai fatto per me. Ho imparato tanto da te, la tua passione, il tuo spirito combattivo, il non mollare mai, il tuo saper vivere due volte, e anche la tua pazienza con noi giovani. Io e tutti i 100 milioni di fan in giro per il mondo che hai con grande forza ispirato a non mollare mai nei momenti più difficili sto pensando a te e alla tua famiglia e si augura che tu possa riposare in pace», è il saluto di Nico Rosberg, campione del mondo nel 2016 con la Mercedes. «Addio Niki. Ci hai dato grandi lezioni di vita e ricordi», ha scritto l’ex pilota britannico Damon Hill, campione del nondo nel 1996 con la Williams-Renault.
NEMICI-AMICI – «Eravamo nemici-amici. Nelle competizioni eravamo super nemici ma nel privato eravamo molto amici». Così lo ha ricordato a “Radio Capital”, Arturo Merzario, che nel 1976 – durante il gran Premio di Germania – . «Ci furono tanti problemi, non riuscivo a slacciargli la cintura di sicurezza, si era contorto il telaio, il pericolo era che le lamiere mi tagliassero. Al terzo tentativo ci riuscii, avevo imparato al militare a fare il primo soccorso con la respirazione artificiale e il massaggio cardiaco. Riuscii a salvarlo, quei due minuti furono fondamentali per tenerlo in vita e far intervenire i medici». Da allora «ci siamo sentiti nel tempo, l’ultima volta un mese fa. Era molto affaticato dall’intervento. Cosa pensai quando Lauda tornò in pista dopo 42 giorni? Era nella sua indole, noi correvamo per passione». Merzario conferma che Lauda non lo ringraziò per averlo soccorso fino al 2006. «C’era troppa rivalità, eravamo davvero nemici amici. Lauda era nato campione ed è morto da campione».