Harley-Davidson ha deciso di disattendere la linea protezionistica promossa dalla politica commerciale di Donald Trump, che favorisce un codice di produzione totalmente americano: ha chiesto infatti ad aziende come la Apple, che da anni hanno una parte della propria produzione all’estero, di rientrare al 100% nei confini statunitensi. Harley-Davidson, che ha già fronteggiato l’innalzamento dei costi per il mercato internazionale, sceglie la propria strada e annuncia invece l’avvio della produzione di una moto in Cina. Proprio nel paese che più di tutti Trump ha osteggiato con le sue politiche protezionistiche.
LA PRIMA VOLTA – La stretta di mano è stata scambiata fra la Harley e la Qianjiang Motorcycle, con l’obiettivo di produrre un modello più piccolo destinato alla vendita sul mercato asiatico. Il debutto su strada della nuova moto è previsto per il 2020, ma a prescindere da quando uscirà, si tratterà di una data importante per la famosa Casa motociclistica: sarà infatti questa la prima creatura Harley Davidson a non essere prodotta all’interno dei propri stabilimenti.
MERCATO ESTERO – Harley cerca nuove strade per rinnovare il proprio mercato e riscrivere la sua storia. La delocalizzazione della produzione si prospetta come la via che più marcatamente sarà seguita dagli uomini di Milwaukee, con l’obiettivo di incrementare il mercato estero fino a renderlo quello più importante e contrastare il calo di richieste provenienti dal suolo americano.