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Citroen, con una 2CV al Raduno del Secolo: il viaggio prosegue

Se ogni viaggio è un , attraversare la  a bordo di un mito, è qualcosa che va oltre, come ogni viaggio che si rispetti. Perchè come scriveva Kerouac “Le nostre valigie erano di nuovo ammucchiate sul marciapiede; avevamo molta strada da fare. Ma non importava, la strada è la vita”

E di strada anche oggi la carovana di Citroën Italia deve macinarne una quantità industriale per procedere spedita nel suo che porterà venerdì a La Fertè-Vidame, non troppo lontano da Parigi, per il Raduno del Secolo, la doverosa celebrazione del on tutto il suo esercito di adepti – si parla di oltre 50.000 persone attese al luogo di incontro. La nostra 2CV Soleil scalpita dopo il “riscaldamento” del giorno prima. Vuole dimostrare che nonostante l’età matura, 37 anni, è una vecchia signora ancora in grado di stupire. E ne avrà modo.

Seconda tappa, si fa sul serio

Perchè dopo il trasferimento da Milano a Lione, oggi si fa sul serio. Dobbiamo percorrere altri 460 chilometri per arrivare fino a Nevers e le autostrade sono bannate, si marcia solo su Route Nationale, le strade nazionali francesi. La nostra in particolare è la 7, quella che i “simpatici” cugini storicamente identificano con la loro passione per il motorismo. Quella che da Mentone risale per tutta la Costa Azzurra,entra in Provenza passando dal Frejus, tocca Avignone e poi, appunto, Lione, per poi continuare il lungo viaggio che la porterà sino a Parigi passando anche per regioni di grande tradizione e cultura come Borgogna e Loira sfiorando il mito Le Mans e toccando l’altro circuito di Magny Cours.

La carovana di Citroën Italia è come un fiume che scorre lungo questa infinita striscia d’asfalto. Ad ogni chilometro, ad ogni tappa si ingrossa grazie agli …affluenti che al passare dei giorni si aggiungono alla corsa. E parliamo di affluenti importanti. Ci affiancano infatti un’altra 2CV bianca con due bande blu longitudinali e due splendide DS Pallas, due “squali”, tenute fantasticamente che regalano alla carovana un tocco di eleganza davvero notevole. 

Ci lasciamo alle spalle le sponde del Rodano e la strada corre veloce nel paesaggio che attraversa la N7, poi improvvisamente compare un cartello che merita una sosta. Siamo al bivio per La Palisse. E allora diventa tutto più chiaro, perchè ogni luogo che si incontra nella vita ha un significato. Ed è come sempre la storia a spiegare il senso quando non l’etimologia di un termine. Jacques II de Chabannes de La Palice era un nobile e militare francese, un maresciallo che morì nella battaglia di Pavia nel 1525. I suoi soldati per rendergli onore gli intonarono una canzone-filastrocca che faceva così: “Qui giace il signore de La Palice. Se non fosse morto farebbe ancora invidia”. Solo che con il tempo due parole furono storpiate: il farebbe diventò sarebbe e l’invidia si trasformò in “in vita”, cambiando completamente il senso della frase con la filastrocca che ora si conclude con “…se non fosse morto sarebbe ancora in vita”!! La ridicola ovvietà che, tramandata ai tempi nostri, ha trasformato un nobile valoroso, in una banale nullità.

Museo Michelin, un carico di storia

Da una storia all’altra, il viaggio della carovana Citroën continua e fa tappa in un’altra cittadina che ha scritto e continua a scrivere pagine fondamentali nella mobilità. La nostra 2CV si ferma infatti di fronte al museo Michelin, “L’Avventura” a Clermont-Ferrand. La cassaforte segreta che custodisce tutte le tappe della nascita delle gomme stradali fino ai moderni pneumatici. Ma soprattutto la Casa che ha avuto un ruolo fondamentale nella storia di Citroën, visto il legame stretto di parentela tra le due azienda. All’inizio del 1935, quando André Gustave Citroën era già ammalato di cancro allo stomaco fino a morirne nel mese di luglio, il fondatore delle Double Chevron cedette tutta l’azienda e le azioni a Pierre Michelin, a sua volta fondatore del colosso di gomma. Così, non c’è da stupirsi se al’interno del museo riusciamo ad ammirare la mitica Traction Avant e l’altro gioiello, la Type A. Uno spettacolo!

2CV ma instancabile

Risaliamo in macchina per l’ultimo, lungo tratto prima di arrivare a Nevres. E qui scopriamo che la nostra 2CV è davvero incredibile. Procede infatti senza la minima incertezza mantenendo ritmi e medie impensabili, sempre tirata oltre i 100 km/h come se non appartenesse ad un’altra epoca. E reggendo senza problemi il confronto con le due macchine di appoggio della carovana una Citroën C3 Aircross e una Citroën C5 sempre Aircross. Una 2CV di orgoglio puro e qualità strutturale senza confini – non fa rumori particolari oltre quelli dell’aria, utile a… sopravvivere – fedele compagna di viaggio attraverso le distese infinite di campi di grano, granturco e girasoli – panorami bucolici che trasmettono quiete e tranquillità. La dimensione giusta, una sorta di cornice ideale per la 2CV che in e per la campagna era nata, senza per questo sfigurare nella giungla di oggi.  

E anche qui ci viene in soccorso il buon Kerouac:  

“Cos’è quella sensazione che si prova quando ci si allontana in macchina dalle persone e le si vede recedere nella pianura fino a diventare macchioline e disperdersi? – è il mondo troppo grande che ci sovrasta, è l’addio. Ma intanto ci si proietta in avanti verso una nuova folle avventura sotto il cielo.”

Già l‘avventura continua: da Nevres a Chartres, il viaggio prosegue in una dimensione che non c’è più ma che per qualche giorno abbiamo la fortuna di riassaporare.


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/motori


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