L’Anas ha deciso di non ratificare l’intesa sulla sterilizzazione delle tariffe che era stata raggiunta nelle scorse ore nel summit tra Ministero per Infrastrutture e Trasporti, Ministero Economia e Finanze e concessionaria Strada dei Parchi Spa. Dunque, sulle autostrade di Lazio e Abruzzo, torna il rischio della maxi stangata a partire dal 1° settembre 2019, in particolare sulla A24 e sulla A25. Sembrava che l’ostacolo più difficile fosse superato dopo l’approvazione del Piano economico finanziario da parte di Cipe e Autorità per la regolazione dei Trasporti (Art), al quale mancava solo il parere dell’Ue. Invece, evitare il maxi aumento dei pedaggi adesso sembra più complicato, dopo che l’intesa per la sterilizzazione delle tariffe è saltata.
L’intesa c’era, l’Anas non ha ratificato
L’intesa raggiunta era incentrata sulla copertura dei costi dei mancati incassi con l’utilizzo delle rate del prezzo di concessione. Ora, come sottolineato dai vertici di Sdp, serve un intervento normativo da parte del Governo. A svelare il mancato accordo è stata la concessionaria Strada dei Parchi Spa all’ANSA, dopo un commento sul Pef e sulla riunione con proprio con l’Anas.
All’orizzonte, dunque, si scruta l’ennesimo braccio di ferro tra la società pubblica e la Sdp: bisognerà correre contro il tempo, perché, come spiegato dal vice presidente del Cda di Strada dei Parchi Mauro Fabris, senza un intervento del governo non ci sono le condizioni per la proroga del blocco delle tariffe, fatta lo scorso giugno e valida fino al 31 agosto.
Quanto aumentano i pedaggi per gli automobilisti?
Nel caso la sterilizzazione dovesse essere revocata, a rimetterci saranno gli automobilisti. Prevista una stangata del 19%: il 12,8% scattato dall’inizio dello scorso anno sulla base di sentenze del Tar dopo tre anni di blocco da parte del Mit, e il 5,6% dal primo gennaio 2019 sulla base della concessione.
Fabris spiega: “Al momento non c’è l’accordo per sterilizzare le tariffe in quanto Anas si è opposta alla proposta di utilizzo delle rate del prezzo di concessione, come accaduto in passato, per coprire i costi del blocco delle tariffe, in attesa dell’approvazione del Pef”.