LA CRONACA
L’8^ tappa è la più lunga del Giro: 239 km, dall’Abruzzo alle Marche, toccando le province di Teramo, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Ancona e Pesaro-Urbino. La prima fuga dell’ottava tappa si materializza già a pochi chilometri dalla partenza di Tortoreto Lido, sulle coste dell’Adriatico: Damiano Cima (Nippo-Fantini) e Marco Frapporti (Androni) – entrambi bresciani, e amici – accumulano un vantaggio di quasi 6 minuti sul gruppo della maglia rosa, transitando davanti a tutti sul traguardo volante di Senigallia, ai -100 dall’arrivo. Quando finisce la parte pianeggiante e si sale sui colli del Metauro (primo GP della Montagna), ecco che cominciano i “muri” – un po’ in stile Classiche del Nord – e il ritardo dal gruppo inevitabilmente si assottiglia, diventa un minuto nei pressi di Tavullia (nel “regno” di Valentino Rossi) e si esaurisce ai -30 con l’ultimo, coraggioso scatto di Frapporti, che deve cedere a Giulio Ciccone il duello per la maglia a punti sul 2° GPM. Ai -20 scattano in tre, sotto la pioggia: proprio l’abruzzese Ciccone, il francese Bidard e il belga Vervaeke che ci credono, ma anche loro saranno risucchiati dal gruppo. Gli ultimi chilometri è bagarre sulle discese che portano a Pesaro fino allo sprint dell’incontenibile Ewan, che ha la meglio sul campione d’Italia Elia Viviani e sul tedesco Ackermann. Per il 25enne di Sydney è il secondo successo al Giro dopo la vittoria di Alberobello nel 2017.