La cronaca della gara
Bastano pochi chilometri alla corsa per accendersi: scattano praticamente al via Joey Rosskopf (CCC Team), Robin Carpenter (Rally-UHC), Kenneth Van Rooy (SportVlaanderen-Baloise), Koen Bouwman (Jumbo-Visma) e Tom Wirtgen (Wallonie-Bruxelles). I fuggitivi toccano un vantaggio massimo di oltre 5′, anche se il gruppo controlla da dietro, con la Movistar di Valverde e al Deceuninck-Quick-Step di Alaphilippe a dettare il ritmo. Il gap della fuga si assottiglia costantemente, soprattutto a partire dai -75 km, quando si entra nel circuito finale con le tre côtes più impegnative: Côte d’Ereffe (2 km con un media di poco superiore al 5%), Côte de Cherave (7% di pendenza media) e il Mur de Huy (pendenza media del 10% e la punta massima fino al 26%). Mentre in testa restano in 3 (Bouwman, Rosskopf e Carpenter), dietro succede di tutto: Sagan va in crisi ai -35 km come accaduto all’Amstel, Adam Yates si ritira a causa di una caduta sulla discesa della Côte de Cherave, Pozzovivo e Kreuziger finiscono dolorosamente per terra (azzurro cosciente, ma escoriazioni e collare applicato per una commozione cerebrale), Alaphilippe ha un problema meccanico ed è costretto a cambiare bici. Il gruppo si fraziona, alza il ritmo e riprende definitivamente i fuggitivi a 28 km dal traguardo. Il primo a rompere gli indugi è Tomasz Marczynski, che scatta ai -20 seguito da Matej Mohoric: i due toccano i 20′ di vantaggio, ma si arrendono sulla Côte de Cherave a 6,5 km dalla fine, con i ‘big’ che si studiano in un gruppo ristretto di una quarantina di corridori. Come prevedibile, si decide tutto sul Mur de Huy: Fuglsang scatta nell’ultimo km, Alaphilippe lo riprende e resiste al ritorno del danese dell’Astana, che si deve accontentare del 2° posto, davanti a un più che positivo Diego Ulissi, terzo e sul podio. Decimo l’altro azzurro Enrico Gasparotto, mentre il cinque volte vincitore Alejandro Valverde ha chiuso fuori dalla Top 10.