Stavolta la denuncia viene fatta dalla fidanzata del giocatore Drame Magui, nato in Mali e rifugiato in Italia, oggetto di un episodio di intolleranza razzista in una partita di serie C a Trecate. E tutto per due banali tiri liberi… ma se non condanniamo anche la banalità certi episodi non avranno mai fine.
Via Facebook Arianna Spennacchio racconta: “Ieri alle 18 si è giocata gara 3 delle semifinali di Playoff di Serie C Gold piemontese tra Trecate (squadra di casa) e 5 Pari Torino.
Da tifosa torinese sono dispiaciuta di non aver conquistato l’accesso alle finali ma il campo ha parlato ed il suo giudizio è insindacabile.
Non posso però tacere su ciò che è avvenuto sugli spalti.
Premetto che eravamo consapevoli che avremmo trovato un ambiente caldissimo, vista l’importanza della partita e il clima di gara 1, quando gli arbitri erano stati contestati duramente e si era arrivati al limite della violenza.
Non mi aspettavo però una tale ignoranza e, per questo motivo, quando il mio fidanzato (maliano) si è trovato a tirare i liberi sotto la curva avversaria, ingenuamente non ho guardato subito il pubblico. Ad attirare la mia attenzione e quella degli altri tifosi della 5 Pari è il deficiente che ha la brillante idea di mimare una scimmia.
Alla nostra reazione indignata la risposta è stata una pioggia di insulti, non uno che abbia detto almeno “lasciatelo perdere, è un idiota”.
Avrei potuto reagire sul momento o far finta di niente ma credo che soprattutto di questi tempi sia importante non stare zitti, perchè non è normale che tra i vari sfottò, normalissimi sugli spalti, ci si senta in diritto di fare gesti o utilizzare insulti razzisti.
Che sia in uno stadio o sugli spalti di un palazzetto di qualunque serie questi gesti vanno condannati e chi li fa deve vergognarsi ed essere isolato: quest’anno ho girato molto ma è la prima volta che una cosa del genere è accaduta.
Il tifo acceso e rumoroso è bello, la voglia di salire in serie B e cantare tutti insieme è più che legittima, ma non posso tollerare l’ignoranza e sono sicura che anche il capitato di Trecate (Claudio Negri) sarebbe il primo a pensarla come me.
La squadra sul campo ha dimostrato di potersi giocare la promozione in B ma il pubblico, sicuramente con qualche eccezione, ha molto da imparare: il razzismo non gioca in nessun campionato.”