Nel primo pomeriggio di oggi Legabasket ha pubblicato i dati di affluenza negli impianti della stagione 2018-19, che ha visto lo svolgimento di 240 partite tra andata e ritorno, cantando vittoria per l’aumento dell’affluenza del pubblico e della media incassi. Per dare grancassa mediatica al “successo” che ci viene raccontato, oltre per offrire ai lettori di pianetabasket.com una descrizione più compiuta ed esaustiva, siamo andati a confrontarli con i dati della stagione 2017-18 e abbiamo scoperto che non sono stati mai pubblicati. Abbiamo svolto ricerche su google in tutte le salse di keywords possibili e immaginabili, abbiamo svolto una ricerca nel motore del sito legabasket.it, abbiamo consultato siti specializzati in finanza applicati allo sport, e NIENTE. I dati della stagione precedente pare che non siano mai stati resi noti.
C’è puzza di bruciato in Danimarca? Parafrasando il buon vecchio Amleto, siamo andati a cercare quelli della stagione 2016-17. Li abbiamo trovati immediatamente, perché li avevamo pubblicati anche noi! C’è toccato così darci un po’ da fare, con gli scarni dati messi a disposizione da Legabasket, e quello che abbiamo immediatamente capito è che la stagione 2017-18 era andata peggio della precedente e non parlarne – chissà se i presidenti dei club ne erano stati informati a suo tempo – è sembrata forse la scelta migliore.
Comparazione affluenza pubblico:
2016-17: 927.094 spettatori
2017-18: 900.720 spettatori *stima
2018-19: 960.823 spettatori
La variazione +60.000 spettatori è dovuta quasi esclusivamente alla retrocessione di Capo d’Orlando (29.747 spettatori nel 2016-17) sostituita dalla matricola Trieste (87.035). Le variazioni notate positivamente (il +13,4% di Brescia, per esempio, dovuto al palazzo nuovo) sono bilanciate da effetti negativi di altre società. Esempio: Olimpia Milano, con 126.081 spettatori nel 2016-17, 111.139 nel 2018-19 (-14.842 spettatori).
Media biglietto
Altra nota negativa il prezzo del biglietto. Ci sono tanti appassionati che hanno lamentato i prezzi troppo elevati per accedere, anche in abbonamento, alle partite. Ma dalle medie che sono venute fuori ci sentiamo di dire che il numero delle persone che entrano senza pagare – a parte la stampa che va a lavorare – sia esageratamente sproporzionato. A nostra memoria solo a Siena c’è stata una media-biglietto più bassa, ma lì facevano la squadra con le decine di milioni della banca Montepaschi e il parterre legato al clientelismo locale e nazionale.
Sotto i dieci euro a biglietto. Torino 7,70 – Pesaro 8,98 – Cantù 9,28 – Cremona 9,59 – Trento 9,9
10/15 euro a biglietto. Milano 10,23 – Venezia 10,34 – Trieste 11,99 – Pistoia 12,19 – Brescia 13,72 – Avellino 14,51
15/20 euro a biglietto. Varese 15,30 – Brindisi 16,24 – Sassari 17,53 – Reggio Emilia 19,80 – Virtus Bologna 21,44
Curiosità.
Olimpia Milano. Con 1.137.111 euro di incasso, l’AX non ha pagato nemmeno lo stipendio di Kuzminskas.
Olimpia Milano 2. Nel 2016-17 il biglietto medio era di 8,49 euro per un totale di 1.070.931 euro.
Capo d’Orlando. Nel 2016-17 il biglietto medio era di 7,27 euro per un totale di 216.500 euro.
Sistema. In generale parliamo di variazioni minime fra una stagione e le altre sia in positivo che negativo. In realtà il mondo della pallacanestro di vertice italiano è immobile nonostante la profusione di soldi data ad amici, testate giornalistiche e presunti “esperti” del gioco, del marketing e della sua diffusione. Essersi rimangiati poi quanto promesso sull’aumento della capienza dei palazzetti si dimostra un ennesimo ferale autogol.
Peccato che alla fine non ci siano i dati ufficiali della stagione 2017-18.
(articolo work in progress…)