La Virtus si qualifica alle top16 d’Eurocup e lo fa fuori casa, battendo in rimonta gli israeliani del Maccabi Rishon.
Abitudine abbastanza frequente in particolare in coppa, ma non dobbiamo abituarci a questo perché prima o poi l’esito sarà differente e bisogna predisporsi.
Perché avversario in coppa era il fanalino di coda e per quanto sia esaltante l’ennesima rimonta da -17, il destino non è sempre scritto su pietra, perché al momento ti rialzi approfittando delle mancanze degli avversari ma potrebbe appunto capitare anche l’opposto.
La Virtus ha fatto fatica a difendere contro una squadra atipica: sottodimensionata ma tatticamente molto compatta e precisa, giocando di corsa come già era accaduto contro Treviso. Così ha regalato l’ennesimo quarto agli avversari e con l’ennesima avvisaglia di una squadra che arriva ai 40 minuti con la sua seconda sconfitta stagionale ed in Eurocup. Invece c’è la solita reazione, giocate di talento del duo serbo e la capacità di Djordjevic d’adeguarsi agli israeliani rispolverando Cournooh e facendo affidamento anche dal fragile Weems: colpito da un lutto ore prima dal match non durante. Stanchezza o fatica ma quel parziale di 26-1 fino al 36’ è sotto gli occhi di tutti, com’è già capitato più volte annotare un importante reazione quando serviva e poi controbattere sul finale ad ogni canestro del Maccabi Rishon. Insomma l’ennesima gesta di una squadra che gioca con la testa e con il cuore, ma nel complesso vengono troppe volte evidenziati questi blackout forse anche frutto di una sazietà di calendario.
Campanella dell’intervallo stagionale tra 5 giorni dopo la sfida di coppa ad Andorra e poi 10 giorni senza prender aerei o pullman per giocare in giro per Europa o Italia, ma solo tempo per far ad allenamento e svuotar la testa.
Poi si riprenderà con la Top16 già in tasca e con la parte di calendario più tosta della stagione stavolta esente d’alibi.