La rivoluzione che un grande gruppo mondiale come Armani ha realizzato in estate con l’arrivo di Ettore Messina e il nuovo appeal che con l’aggiunta di Sergio Rodriguez ne è sorto in chiave continentale ha dato subito due effetti collaterali fondamentali.
Segafredo, un gigante nel settore del caffè, ha risposto alzando l’asticella della qualità più in alto di quanto le ambizioni di inizio luglio avessero previsto per la Virtus Bologna e la squadra sta dimostrando sul campo la bontà delle scelte fatte con Teodosic.
LBA non è per questo che è diventata improvvisamente più competitiva e interessante. NO. Le dimensioni e le aspettative di ritorno economico per Armani e Segafredo – oltre l’ambizione di primeggiare per una e arrivare a potersi confrontare con il meglio del basket fuori dalla NBA per l’altra – le hanno staccate dal lotto delle pretendenti allo scudetto e basta. E reso budget fino ritenuti importanti da 4,0/5,0 milioni di euro addirittura insufficienti (e la partita Olimpia Milano vs Pallacanestro Varese è stata esemplificativa a proposito).
Non a caso Giuseppe Sciascia su La Prealpina di oggi fa notare che a Varese si dovrebbe agire “sul fronte sponsor, soprattutto quelli di maglia le cui voci di entrata si sono ridotte di oltre due terzi tra l’anno degli Indimenticabili e quello attuale.” Milano ha un budget di 30 milioni, Varese di 4 e ogni anno si fa sempre più fatica a rispettarlo e garantirsi la salvezza o poco più: “negli ultimi 15 anni soltanto 5 volte il club biancorosso ha partecipato alla corsa playoff, superando il primo turno solo nel magico 2012/13 degli Indimenticabili.”
Non vogliamo entrare in discussioni sociopolitiche ed economiche sulla situazione in Italia. Ma è certo che quella attuale delle aziende locali non permette loro di spendere in investimenti di ampio respiro comunicativo. Non ce ne vogliano gli amici di Varese che ci hanno involontariamente offerto lo spunto di queste riflessioni che quasi ogni altra società potrà far sue allo stesso modo.
La città rimane piccola al giorno d’oggi, il bacino di utenza è misero in quantità, e aggiungi il campanilismo: sono una condanna alla fatica di Sisifo. E trovare uno sponsor che tiri fuori 2 milioni di euro paradossalmente senza una robusta dimensione del bacino di utenza e una visibilità internazionale rimane solo un palliativo per far bene in una stagione e tracollare quella seguente. Come sono piccole Reggio Emilia, Pesaro, Pistoia ecc. ecc. ecc.
Il futuro è nel riscrivere la geografia economica della serie A di pallacanestro. L’ha scoperto involontariamente la Virtus Bologna grazie alla ricerca Stage Up – Ipsos che abbiamo raccontato qualche tempo fa (qui). E’ un cammino in cui ogni società deve trovare il suo percorso perché non c’è un’unica legge in proposito ma un solo scopo: allargare la base di interesse. Una compagine Friulana-giuliana avrà un mercato più grande del singolo Udine-Trieste. La Toscana può generare una formazione competitiva nell’area fiorentina-pistoiese.
E aggiungiamoci – tra gli elementi negativi – una Legabasket che si sta piegando su se stessa, senza nell’ordine: nuovi sponsor; copertura televisiva generalista; scarsa informazione sul cartaceo; pessima informazione e diffusione sul web che si può riscontrare guardando i numeri totali e non le percentuali bulgare vantate sul nulla precedente; atteggiamento autarchico e arrogante di sentirsi in competizione con le produzioni televisive e i siti specializzati sul web.
E che di fronte a una situazione potenzialmente devastante per tutto il movimento come il fattaccio avvenuto al termine dell’incontro Fortitudo Bologna vs Germani Brescia con la dirigenza della Leonessa scortata fuori dal PalaDozza tra sputi e insulti simil-calcistici non ha nulla da dichiarare.
Ultime certe scelte incomprensibili: come quella di comprare una pagina intera della Gazzetta dello Sport (pagina 56) per pubblicizzare la vendita di biglietti delle prossime Final Eight di Coppa Italia che si può vedere oggi in edicola. La manifestazione sarà a febbraio, e non si conosce il nome delle squadre che vi parteciperanno. A parte il solito, considerevole numero degli scrocconi del biglietto omaggio, a chi può interessare il 6 novembre 2019 acquistare un biglietto per andare a Pesaro il 13 febbraio?