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NBA playoff, Milwaukee e Houston: nessun problema

ROMATutto secondo copione, al contrario di quanto successo nella prima notte dei playoff NBA. Solo una delle gare in programma nella notte era incerta e così è stata: Portland Trail BlazersOKC Thunder è stata una sfida viva fino all’ultimo, ma alla fine il fattore campo ha fatto la differenza. Nel resto delle partite tutti i pronostici sono stati rispettati: Milwaukee travolge Detroit, Houston asfalta Utah e Boston liquida Indiana. 

BUCKS SENZA PROBLEMI – Senza storia: così andrebbe definita la sfida tra Milwaukee e Detroit. Le speranze dei Pistons già erano poche, con l’assenza di Blake Griffin si sono spente. Dopo il primo quarto la partita è già chiusa: 38-18 per i Bucks e +20 nel punteggio. Giannis Antetokounmpo neanche deve mettere la terza, viaggia in seconda e raccoglie in 24 minuti 24 punti e 17 rimbalzi. Detroit non scende praticamente in campo: nel terzo quarto Andre Drummond ci prova con le cattive a fermare il greco, un fallo senza senso di totale frustrazione. Non c’è niente da fare, Milwaukee si ritrova addirittura sul +41 e non preme mai sull’acceleratore. Oltre ad Antetokounmpo, ci sono anche i 14 a testa di Lopez e Middleton, i 15 di Eric Bledsoe e i 16 di George Hill. Dovessero continuare su questa strada, i Pistons torneranno presto a casa. 

HOUSTON, TROPPO FACILE – Houston affronta la prima partita dei playoff con Mike D’Antoni in panchina. Il coach aveva saltato le ultime tre gare di regular season per dei problemi intestinali, ma per Gara 1 contro Utah riesce a stare a bordo campo. I suoi ragazzi ripagano la presenza dell’allenatore e la squadra funziona alla grande, soprattutto in attacco. C’è il solito James Harden, che passa la sua serata in totale tranquillità, firmando 29 punti, 10 assist e 8 rimbalzi. Il Barba neanche si sforza, mantiene il controllo dell’attacco dei Rockets e lavora ai fianchi Utah, che cede di schianto nell’ultimo periodo. Il parziale del quarto quarto è di 39-19: il risultato finale parla chiaro, 122-90. Gara 1 è storia, i Jazz dovranno fare moto di più per dare fastidio a Houston. 

PORTLAND-OKC, CHE SFIDA! – OKC è dura a morire, ma Portland la manda ko. I Trail Blazers partono forte nel segno della coppia magica LillardMcCollum. I due trovano subito il fondo della retina da dietro l’arco e tentano l’allungo, ma Steven Adams tiene a galla i suoi. Dopo il primo quarto l’attacco dei padroni di casa sigla 39 punti e Portland è sopra di 14. Russell Westbrook e Paul George non solo nelle migliori condizioni fisiche, ma riescono a ricucire lo strappo, anche se PG sbaglia tutto ciò che manda per aria. Fino all’ultimo periodo il suo score dal perimetro è di 1/12. Due minuti alla fine: +4 Portland. Paul George spara dalla distanza e insacca, è la stoffa del campione. Dall’altra parte risponde Lillard con una bomba da oltre nove metri: solo rete. Il finale è in volata, ma alla sirena sono i Portland Trail Blazers a festeggiare: una grande prova di Enes Kanter, con 20 punti e 18 rimbalzi. Il solito straordinario Lillard, l’anima della squadra, che firma il suo trentello ed è decisivo con i canestri pesanti. Insieme a lui, C.J. McCollum, che ne mette a referto altri 24.  

BOSTON RIMONTA – Il primo tempo dei Celtics è da definirsi sotto le aspettative. Sarà l’aria dei playoff, ma la squadra di coach Stevens non riesce ad entrare in partita e Indiana sfrutta i problemi in difesa di Boston per allungare. Per i padroni di casa l’unico a suonare la carica è Marcus Morris, gli altri tirano malissimo, soprattutto da dietro l’arco. I Pacers toccano il +7 di vantaggio, ma è il solito Morris a tenere a contatto Boston. La musica cambia nel secondo tempo: la difesa dei Celtics inizia a lavorare come sa fare e chiude tutti gli spazi. Indiana non segna più e si ritrova sotto nel punteggio. In un batter d’occhio il parziale è di 22-6 per i Celtics e il punteggio dice +15: 2/19 al tiro per i Pacers nel terzo quarto, 29 punti totali nella ripresa. Boston rialza la testa solo dopo l’intervallo, ma questo basta per sigillare Gara 1. 20 punti a testa per Irving e Morris, ai quali si aggiungono i 15 di Tatum e i 10 di Horford. 


Fonte: http://www.corrieredellosport.it/rss/basket


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