Con la partenza di Andre Iguodala e Shaun Livingston, Stephen Curry ora ha un nuovo status a Golden State: essere il giocatore più anziano a soli 31 anni di età. “Smetti di ricordarmelo!” ha detto al Media Day ridendo con i giornalisti.
La domanda è se per questo ci sarà una riduzione del minutaggio in partita. “48 minuti a partita nelle 82 partite della stagione, Coach Kerr lo ha appena confermato.” e giù un’altra risata.
Senza più Durant e con Klay Thompson in infermeria fino a tutto febbraio 2020, sembra però che la presenza fissa in campo di Curry e Draymond Green sia necessaria. Ma Kerr ha risposto che non intende sovraccaricare i due ulteriormente.
Questa era l’abitudine di Mark Jackson, il precedente allenatore dei Warriors. L’utilizzo di Curry nella stagione 2012-2013 era stato di oltre 38 minuti, e altri 36 minuti l’anno successivo e più di 40 minuti nei playoff.
Con l’arrivo di Steve Kerr c’è stata una salutare diminuizione: i suoi minuti, nella stagione regolare, oscillano da 32 a 34.
Anche perché l’età avanza. Ma sul peso degli anni (10 stagioni NBA) Curry non se ne cura; secondo il playmaker di Golden State non gli impedisce di mantenere la ” stessa mentalità ” e di ” avere un impatto sul campo. Questo non significa che prenderò tutti i tiri. Cerco di migliorare gli altri. […] Mi alzo ogni mattina con un sorriso sul viso, con l’opportunità di giocare a basket ai massimi livelli, trovandomi nel pieno della vita, e so di avere ancora molto, molto anni davanti a me a questo livello.”