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NBA – Enes Kanter risponde a LeBron James sul caso Cina

NBA - Enes Kanter risponde a LeBron James sul caso Cina

Fatalmente, ancora una volta in ogni angolo del mondo sport e politica si devono confrontare. Le dichiarazioni di LeBron James sul comportamento di Daryl Morey con il commento sulle vicende di Hong Kong (qui) hanno provocato la reazione di Enes Kanter, centro dei Boston Celtics.

Kanter ha risposto ai commenti di LeBron James sul GM Rockets di Houston. Daryl Morey, è stato “male informato” e “non istruito” quando ha fatto il tweet che ha causato la controversia NBA / Cina in corso.

Kanter, che è in aperto confronto con il suo presidente turco Recep Erdogan, è rimasto deluso nel vedere i commenti di LeBron. Gli è stato tolto il passaporto turco, c’è una richiesta di arresto nei suoi confronti, ha un padre sotto processo senza prove che i due abbiano complottato in un tentativo di colpo di stato. E il confronto è pubblico, perchè avvenuto via Twitter.

Kanter ha anche condiviso la sua esperienza negli ultimi anni:

Nel frattempo, James è andato su Twitter per chiarire la sua posizione, dicendo che ciò che aveva in mente era la considerazione delle conseguenze che il tweet di Morey avrebbe potuto causare.

Le osservazioni di James hanno attirato elogi da parte degli utenti cinesi di social media, che hanno accusato Morey per aver fatto irruzione negli affari del paese, ma la reazione degli Stati Uniti su Twitter è stata rapida e dura.

“@KingJames – sei il pappagallo della propaganda comunista. La Cina gestisce campi di tortura e lo sai”, ha detto il senatore repubblicano Ben Sasse del Nebraska, riferendosi all’incarcerazione in Cina di circa un milione di uiguri musulmani in campi simili a una prigione.

Un hashtag che elogia le osservazioni di James è diventato uno dei più ricercati su Weibo, la principale piattaforma di social media in Cina, con oltre 94 milioni di visualizzazioni a partire da martedì pomeriggio.

Un post ha suggerito che James dovrebbe essere il portavoce della lega al mondo: “Questo è il motivo per cui ti amiamo, portavoce del ministero degli Esteri della NBA”.

Riteniamo che con quello che sta succedendo ad Hong Kong dove il premier di una Cina da 1,3 miliardi di abitanti  vuole “spezzare le ossa” alla maggioranza dei cittadini di un’isola da 7,4 milioni di residenti perché non gli danno obbedienza assoluta, o al confine tra la Turchia e la Siria, dove milioni di persone rischiano la persecuzione, la morte fisica, civile e sociale ci sia bisogno di ben altro spessore nelle prese di posizioni.

Se non conviene, o non si è capaci, meglio tacere. Gli sportivi turchi, che aderiscono in maniera che in Italia ricorda il periodo del regime fascista in una maniera davvero preoccupante, evidentemente non vogliono ritrovarsi negli stessi problemi di Kanter.

Fonte: http://feeds.pianetabasket.com/rss/


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