Una success story tipicamente all’american dream. Nato a Toyama, in Giappone, da madre giapponese e padre beninese, Rui Hachimura non prese in mano un pallone da basket fino all’età di 13 anni. Dopo il suo primo allenamento, il suo allenatore dell’epoca, Joji Sakamoto, gli predisse un grande futuro. “Mi puntò il dito contro e mi disse: tu andrai nella NBA” , ha ricordato il prodotto di Gonzaga nella affollata conferenza stampa di ieri alla presenza di numerosa stampa. “A quel tempo ero un po’ sciocco, ma gli credetti. Era davvero molto serio. Ci ho creduto e oggi sono davvero qui. È pazzesco!”
Rui Hachimura sarà il primo giapponese redatto in NBA e per di più al primo giro. Sarà una sensazione per un paese che ha conosciuto la pallacanestro alla sua maniera, con un “Manga” chiamato Slum Dunk di 25 anni fa. Sarà un ottimo spot per la squadra olimpica dei giochi dell’anno prossimo a Tokyo. Inoltre lui vuole essere il rappresentante di di tutti i giapponesi di due culture come lui, che a volte vengono soggetti a discriminazione. Si chiamano “Hafus”, Rui Hachimura da parte sua ha usato il termine “blackan” e spera anche di essere un modello per loro.